L’otto dicembre

Posted by on Dic 8, 2011 in Me, myself | 23 comments

Vorrei dirvi che no, io il Natale lo schifo, che questo giorno di festa l’ho passato a leggere sotto il piumone, che ho pensato a tutta quella povera gente intenta a stilare liste di regali che non possono permettersi di comprare e mi è venuta una gran pena. Ecco, vorrei dirvi questo e invece vi dico che stamattina, appena sveglia, sono scesa giù in garage e ho preso lo scatolone con le stelline, quello
dove tengo l’albero e tutti gli addobbi di Natale ed ero felice, quasi come quando mi sveglio e so che per colazione mi aspettano le ciambelle comprate la sera prima, quelle con la glassa, quelle che trasudano olio e magari non ti riempiono la giornata, ma la pancia sì.

Ho fatto l’albero, come migliaia di altre persone, come tutti gli altri anni. Se c’è una sicurezza nella mia vita, è che l’8 dicembre faccio l’albero. Ognuno si aggrappa alle sicurezze che ha, oh. No, però la cosa ha un suo perché.
L’albero di Natale mi ricorda sempre e solo momenti felici, momenti familiari di serenità, tavole piene di robe buone, profumo di nonni, spiccioli e carte napoletane. Non lo so se a Natale siamo tutti più buoni, ma di sicuro siamo tutti più calmi. La mia famiglia lo era, almeno, forse anche perché appesantita dai chili di roba ingurgitata, ma io ero piccola e pensavo che fosse il Natale, le lucine, i buonefeste scritti con la neve spray sulla finestra. Lo penso ancora, a dire il vero, e quindi oggi ho fatto l’albero, con le lucine e la neve spray sulla finestra.

A casa dei miei facevamo sempre un albero enorme, toccava il soffitto, ed era vero, con la corteccia, gli aghi che cadevano a terra e il profumo di abete. Ogni mattina mi svegliavo ed andavo ad accenderlo, ancora in pigiama, ancora prima di andare in bagno. Era bellissimo. Poi, quando a casa nessuno poteva sentirmi, dopo pranzo, quando tutti stavano ancora di sotto a schiacciare le noci, io salivo su e mi mettevo a sedere di fronte all’albero e cantavo Bianco Natale, Astro del ciel e a volte anche Tu scendi dalle stelle, anche se mi piaceva meno. Poi arrivava mio padre e mi beccava sempre sull’acuto, dannazione.

E niente, questa cosa dell’albero grande mi è rimasta, perciò anche se ho un soggiorno di due metri per due, il mio albero ne occupa almeno un terzo, straborda anche un po’ davanti alla tivvù, ma tanto qui nessuno la vede. Per motivi di ecosostenibilità, avrei preferito un abete vero, ma per motivi di gatti non mi azzardo, mangiano anche quello finto, figuriamoci.
A pensarci adesso, mi piacerebbe ricominciare a cantare le canzoni di natale davanti all’albero, dovrei riprendere anche la sana abitudine di recitare le poesie in piedi sulla sedia per ricevere soldi dai parenti, regalare lavoretti fatti a mano alle persone a cui voglio bene e creare le maschere con le scatole del pandoro.

Una cosa alla volta.

23 Comments

  1. Eh, io anche ho fatto l’albero…e non rinuncerei per nulla al mondo a farlo l’otto dicembre.
    Ho iniziato a metà mattinata e finito ben oltre le due, un lavoro, praticamente…beh, poi vedrai il risultato!
    La penso come te sul Natale, mi piace l’atmosfera, le musiche, i colori…bacio dolcissima Cla!

  2. Già…. l’albero. Io me lo caricavo letteralmente sulle spalle e lo portavo su in terrazzo, in un vasone enorme, con l’intenzione di farlo crescere. Ma quello, l’albero, non ne voleva sapere. Una volta l’ho perfino legato e calato giù dal balcone. Chili e chili sospesi tra il primo piano e il terreno del cortile dietro casa dove lo piantavo, ma niente! Non si riprendeva e in primavera aveva perso tutti i suoi aghi, diventando una specie di rossiccio spaventapasseri. Il dopo Natale era una vera fatica. Forse il Natale in sé lo era. Ma sto parlando per me. Lui però, l’albero, assolveva tutti i suoi compiti: illuminare il Natale, il salone e il risveglio delle mie bimbe. Una gli cantava, mentre facevo finta di non saperlo; l’altra ascoltava rapita e ammirata, mentre per l’ennesima volta scartava i regali in cerca di “babymia” che puntualmente non c’era. L’albero enorme, con la punta che toccava il soffitto e l’angelo biondo e l’angelo nero.
    Ora ho un nano albero a fibre ottiche. Non ha compiti da assolvere, ma nel cuore continuo a sentire quel canto e il desiderio di incartare una babymia.
    Mettiamoci anche che dopo non ci sarà niente da piantare e Buon Natale.

    • L’albero nano a fibre ottiche, però, è tristissimo. Almeno un alberello finto, piccolo, con due palle! :)
      Comunque bei ricordi lo stesso, anche se cambiano le prospettive.

  3. E allora buon avvento! :)

    Anch’io vorrei odiare il Natale… solo che non è così, non più perlomeno.
    Da piccola lo amavo, ne sentivo davvero la magia.
    Durante l’adolescenza ho sviluppato un’idiosincrasia per quelle feste che tanto mi ricordavano di essere sola, senza l’amore di nessun ragazzino. Triste.
    Ora che non sono adulta, ma neanche bambina e neanche adolescente, mi commuovo se sento il mio cantante preferito cantare le canzoni della sua tradizione natalizia, e mi sento al sicuro e al calduccio sotto le luminarie – anche se razionalmente mi rendo pienamente conto di quanto siano uno spreco di energia…

    Un bacione
    e complimenti per il post, come sempre ;)

    Paola

    • Ciao Paola,
      non sei adulta, ma neanche bambina e neanche adolescente, proprio come me. E’ che stiamo in quella via di mezzo in cui non sappiamo come comportarci e, nel dubbio, prendiamo quello che c’è di buono, anche dal Natale :)

      Un bacio e grazie, come sempre :*

  4. Io inizio a sentire (in tutti i sensi) il Natale quando cominciano a suonare la novena. Qui da noi è una tradizione ed iniziano a suonare 9 giorni prima del Natale, tutti i giorni.
    Ed è magico… :) in quel momento, soprattutto il primo giorno, quando improvvisamente senti rompere il silenzio della quotidianità, della ruotine… dal suono, davanti casa, di quelle canzoni natalizie… è lì che vengon fuori le emozioni :)
    Apparte che io non faccio testo (ahahah), però sarei in grado pure di commuovermi.
    A me il Natale, nel suo insieme, fa strani effetti ;p

    Baci Cla

    • Mi piace sentire persone che ammettono di emozionarsi, con questa festa che pare faccia figo odiare ammmorte ;)
      Noi siamo fighi lo stesso, oh :)

      Baci a te, Angela.

  5. eccheccazzo era ora!
    cominciavo ad essere un po’ stufo di sentire tutti che il Natale e che palle e i regali che devo fare che non sono eprsonali ed io lo odio e magari saltarlo…
    il Natale è magico, sotto ogni aspetto, e per fortuna che c’è qualcuno ad accorgersene ancora!

  6. Anche per me l’otto dicembre equivale a fare l’albero.
    Quando ero piccolina mi diveritivo ad uscire al mattino con mio padre e andavamo nei boschi a cercare il muschio da mettere nel presepe.
    Nel pomeriggio poi si faceva l’albero e il presente. E c’erano le lucine bellissime a forma di babbo natale. Ed io le adoravo.
    Mio padre usa ancora quelle lucine.

    • Anch’io avevo le lucine a forma di babbo natale! Fantastiche :)

  7. è l’inizio di un post a cui ho creduto di meno in vita mia :D in queste cose sei veramente della peggio specie!

  8. Anche a casa mia l’otto dicembre si faceva l’albero. Era sempre lo stesso e mi sembrava enorme all’inizio. Poi è diventato sempre un po’ più piccolo. La vigilia facevamo la sfilata cantando Tu scendi dalle stelle per portare Gesù nella culla.
    L’anno scorso, a Milano, per rinnovare la tradizione, abbiamo fatto un albero di cartone e poi, per capriccio, l’abbiamo tenuto attaccato al muro fino a qualche mese fa. Quest’anno ancora non si sa. Forse non avremo tempo. L’otto siamo andate in vacanza. Pazienza.
    Non sono una fanatica del Natale sinceramente. Forse più per abitudine che per reale sentimento. Quest’anno però lo aspetto. Più per quel desiderio di calore familiare che per altro. Perché, bene o male, a Natale il sorriso scappa sempre e pure l’abbraccio.

    • Già, Dorotea, essendo atea, io del Natale tralascio tutta la parte spirituale e prendo solo quella emozionale :)
      L’albero di cartone LOL, anche io, quando abitavo con le mie coinquiline, ho fatto un albero di lucine. In alcuni casi bisogna fare quel che si può ;)

  9. Una bambina che canta Bianco Natal da sola davanti all’albero di Natale. Che meraviglia! E poi dicono che non è cambiato niente, che i bambini di una volta sono come i bambini di oggi. Ma dove?!
    Un bambino di oggi, al cospetto di Babbo Natale: “Dajje Babbo hai letto ‘a letteraaa?!”

    • Forse sì, Matteo, hai ragione. Senza troppe generalizzazioni, molti bambini sono così. Spero che quando avrò un figlio, tipo tra una …ina di anni, non sarà un bambino di oggi, ma uno del domani, uno meglio :)

  10. Ah la scatola del panettone era la mia, ci si faceva l’elmo. Io ero il cavaliere Motta. Mio fratello invece era quello del pandoro: lui era il cavaliere Bauli. Poi con le spade di gommapiuma giu’ a menare fendenti l’un contro l’altro armati.
    Il Corriere della Sera serviva ad imbottire l’elmo e cercare di tenere le fessure degli occhi in posizione.
    Naturalmente l’elmo si spostava sempre al primo colpo ed ecco che allora era come giocare a mosca cieca. Piu’ di una volta l’albero di Natale e’ stato la vittima civile dei danni collaterali dei nostri scontri armati.
    Adesso ho un albero di natale tutto figo, impallinato, e illuccicato. In cima all’albero al posto della stella il cappello di babbo natale della Guinness, tanto per dargli un’aria un po’ sbarazzina.
    Ma quell’albero un po’ storto e un po’ spelacchiato dei tempi di Re Artù mi manca.

    • Quest’anno potresti rifarti l’elmo, fanne uno anche per me, io porto le spade :)

  11. Guarda, è strano. Io a Natale ho sempre desiderato fare niente, ed ora che in famiglia non facciamo davvero più niente lo rivoglio il Natale, e rivoglio la voglia di fare l’albero a casa mia anche se lo vedrò solo qualche giorno prima di scendere dai miei.
    Vorrei essere credente, vorrei tornare indietro e non essere mai diventata atea.
    Vorrei che tutto passasse in fretta, ma non vorrei mai saltare subito a Gennaio. Vorrei che tutto passasse senza tensioni. Piano, come un fiume.

    Un sereno Natale a te Claudia, un po’ in anticipo, ma io mi dimentico sempre di fare gli auguri.

    • Io non vorrei essere credente, mi basta credere a Babbo Natale.

      I tuoi auguri anticipati sono ben accetti :)

      Auguri anche a te (se mi dovessi scordare anch’io) e un abbraccio Annalisa :*

  12. “Ogni mattina mi svegliavo ed andavo ad accenderlo, ancora in pigiama, ancora prima di andare in bagno.”………………………..mi ci sono rivisto in pieno ;)

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