Per anni, io al mare non ci sono andata mai, andavo solo in piscina, ci stavo notte e giorno perché i miei lavoravano lì, in un parco acquatico con gli scivoli, la piscina con l’idromassaggio e tutto il resto. E c’era una piscina come il mare, non perché avesse l’acqua salata e i pesci, no, c’era sempre il cloro, però era come il mare perché iniziava bassa bassa e finiva alta alta, dove io non toccavo. Ok, io non toccavo già a metà, quindi in fondo non toccavano manco tre me stessa una sopra l’altra. In questa piscina ho imparato a nuotare a rana e a cagnolino, ad andare sott’acqua con gli occhi aperti e a tuffarmi a bomba. Nell’altra, quella tutta alta, ci sono andata poi, quando già ero diventata un pesce che mi mancavano solo le branchie e quando ho trovato il coraggio di buttarmi dagli scivoli. All’inizio avevo paura degli scivoli, non per l’altezza o la velocità con cui ti facevano cadere in acqua, ma perché avevo il terrore che qualche cretino mi finisse addosso quando io ero ancora davanti all’imboccatura dello scivolo e poi, cosa ben peggiore, che mi si togliesse il costume. A una ragazza, dopo il tuffo, le si era tolto il pezzo di sopra e i suoi amici tutti a ridere e allora io sono rimasta così atterrita che ho portato il costume intero per un sacco di anni. Ma di questo non ce ne importa niente.
La piscina come il mare aveva pure le onde. Erano finte, ma le aveva. Le attivava il bagnino e le annunciava col fischietto, e io sentivo il fischietto e uscivo dall’acqua e dovevo pure sgomitare tra quelli che invece sentivano il fischietto e arrivavano da ogni dove. Tipo che se uno stava in bagno e sentiva il fischietto delle onde, lasciava stare tutto quello che stava facendo e correva in acqua. Il bagnino che attivava le onde era una specie di pifferaio magico abbronzato e con gli addominali scolpiti. A me invece le onde non sono mai piaciute, neanche quelle vere, del mare. E infatti io il bagno quando ci sono le onde non lo faccio mai, ché le onde portano tutte le robe a riva, le alghe, le meduse, le buste di plastica, e poi tu stai lì che cerchi di nuotare tranquilla (sempre a rana) e ti entra l’acqua nel naso e allora io il bagno lo faccio solo quando il mare è calmo, ecco.
Il fatto è che io le onde non le ho mai sapute cavalcare, un po’ per pigrizia, un po’ perché non ci sono mai stata abituata. Io quando vedo che sta arrivando l’onda, mi scanso proprio. Ma mica solo al mare, è una cosa che mi capita anche d’inverno, anche a casa o fuori, in posti senza sabbia, né acqua, né salsedine. È che mi piace starmene sul mio materassino a pensare e a prendere il sole, mi piace stare lì senza muovere un dito, senza dover cercare di non ribaltarmi, senza dover buttare sempre un’occhio a riva, ché sennò chissà dove mi porta la corrente. Il materassino attaccato alla boa, il venticello che al massimo ti rende meno caldo il sole, questo mi piace. E il mare calmo, calmissimo, tutto intorno.
E però poi si resta sempre così, un po’ arenati anche se la spiaggia è più in là. E’ bello, eh, è tranquillo, ma poi vedi quelli del mare a fianco, quelli che nelle onde ci sguazzano e magari, se le onde non ci sono, le creano, soffiano forte, scuotono tutto quanto e le creano, e gli piacciono proprio i cavalloni, quelli con la schiuma. Alcuni fanno surf e tu vedi che sotto al mare ci stanno pure gli squali e le meduse e le alghe, ma a loro che gli frega, loro fanno surf. E tu e il tuo materassino dondolate. E’ bello, eh, è tranquillo, ma è anche troppo facile.
Magari devo cominciare a soffiare anch’io, magari mi compro una tavola e un costume a fiori che mi arriva al ginocchio. Devo pure iniziare da qualche parte e mi sa che è ora.
Scrivi proprio bene. E complimenti per l’uso del “ché”, ché siamo rimasti in pochi a scriverlo ancora con l’accento…. :)
Grazie, Max…soprattutto con l’accento acuto (sì, sono fissata) ;)
Avrei voluto riportare un pezzo del Tao Te Ching per commentare quanto hai detto sulle onde ma non ho avuto modo di cercarlo. In estrema sintesi le onde non vanno domate, ma seguite, adattandosi alla corrente minimizzando lo sforzo, e senza fare resistenza. La duttilità del nostro spirito è la chiave per avvicinarsi alla serenitá interiore, quella del Saggio che segue il Tao.
mah :D questo bisogno di onde non mi sembra così.. insomma, prova, magari te ne innamori :/ o magari ritorni al materassino XD calmo e caldo è bello U_U
sì, è bello ed è anche troppo facile e comodo e quindi no, non va bene in eterno :)
Ogni onda ha il suo momento… Considerando però che le onde a volte arrivano anche da sole imparare a cavalcare può essere utile. Ps. Mi sa che siamo in tante ad aver temuto l’incubo “costume che svapora” portato via dalle onde…
Sono quei traumi adolescenziali che ci portiamo dietro un po’ tutti ;)
Sto immaginando te che nuoti a rana e a cagnolino (è la prima volta che lo sento!) :lol:
Ma esiste, giuro, è uno stile! (anche se ovviamente non agonistico) :D
E’ la prima volta che vengo qui. E’ molto piacevole leggerti. Forse se il primo cavallone ti butta giù è meno facile ritentare, però se si comincia da un “cavallino” magari è fattibile…
Ciao Anna, grazie.
Adesso provo a soffiare piano, giusto per increspare un po’ il mare, vediamo che succede.
Uh, Cla…io non ho mai pensato che sugli scivoli qualcuno potesse venirmi addosso oppure che potessi perdere il costume, dovevi avvisarmi prima!
E le onde le adoro, è bellissimo buttarcisi contro quando c’è mare grosso, energia pura!
Però è bello anche il mare calmo, calmissimo…il mare è sempre bello!
Baci!
Miss, allora abbiamo capito, dato che a te piace il mare e a me la piscina, vorrà dire che ci incontreremo in un posto neutro: la città :)
Bacio!
Io prima avevo paurissima delle onde. O meglio, mi affascinavano, però non avevo il coraggio di buttarmici, per cui rimanevo sulla spiaggia e le guardavo, e lasciavo che mi bagnassero solo i piedi. Poi un giorno sono entrata in acqua, mi sono fatta travolgere e mi è piaciuto un mondo. Però dipende dalle onde, dipende dai momenti; in linea di massima preferisco anch’io il mare calmo, si può nuotare e immergersi e guardare lontano sull’acqua. Insomma, non è che vista un’onda le si è viste tutte: ogni onda bisogna decidere se tuffarcisi o lasciare che ti bagni solo i piedi.
Ecco, mi sa che per me è arrivato il momento di andare.
Il mare fa quello che vuole.A volte è liscio come l’olio a volte si increspa paurosamente. E l’onda prima o poi arriva. Non tutte si possono scansare. Puoi rimanerne sommersa, puoi farti trascinare dalla sua forza oppure, puoi addirittura cavalcarla facendola diventare una tua forza. A volte si hanno delle belle sorprese dai nuotatori meno esperti… Fidati ;-)
Sì, mi fido, secondo me tu ne sai un sacco, di onde :)
anche se geniale ho sempre trovato insulsa l’idea di voler replicare le onde, la natura in genere. Poi ci si abitua alla finzione e non ci si meraviglia davanti all’originale.
Se fossi un big delle nuoto proporrei le gare a stile cagnolino. Chi non ha mai nuotato a cagnolino, anche solo per un attimo? Tu potresti fare il giudice.
Solo se posso votare con le palette come allo Zecchino d’oro.
sei sempre la più brava…:)
Ora mi resta solo di capire a fare cosa :)
avrei delle idee….:)
Sei sempre spettacolare nel tuo modo di scrivere.
Grande Cla! :)
Grazie, tesoro :**
Ho un po’ di arretrati da leggere, che è quella situazione che magari qualche blog lo spunti senza leggerlo, perché per una volta non fa niente ed è pure quella situazione in cui capisci davvero quali sono quelli a cui non devi mai e poi mai rinunciare. :)
*__* aspetta, la tengo ancora un po’ *__*
comunque sono nella tua stessa situazione, solo che io sono arrivata tipo a quota 140 post e penso che non mi basterà una giornata intera :)