Claudiappisa Part II

Posted by on Ott 8, 2012 in Me, myself | 25 comments

Dieci pizzichi di zanzara. Li ho contati aspettando il treno alla stazione di Pisa. Potevo scegliermi un souvenir tradizionale, un magnete per il frigo magari, e invece no, ma va bene, tanto a giorni spariscono. Quello che rimarrà, invece, è tutto il resto, quel resto non sparisce. Le strade, il sole, gli amici nuovi.

A proposito di amici, l’Internet Festival ha avuto un sacco di incontri e dibattiti, più di venti ogni giorno, alcuni molto tecnici, altri più alla portata di tutti, ne ho seguiti alcuni, ne ho seguiti con attenzione altri, mi è piaciuto moltissimo “Più amici o più soli?”. E mi è piaciuto perché quello che a me interessa della Rete, in realtà, non sono tanto gli strumenti, quanto come vengono usati nelle relazioni. Ad esempio, sono state presentate delle ricerche che mettono in evidenza come siano pienamente soddisfatti e felici della propria vita anche quelli che decidono liberamente di non essere online in nessun modo. Anch’io ero soddisfatta e felice lo stesso prima di assaggiare il sushi, adesso che so che esiste e che mi piace da morire, se non lo mangio per più di un mese, mi manca. Non so se si coglie la similitudine. In realtà, io sono felice di appartenere a quell’ampio gruppo di persone che i social li utilizza per socializzare, appunto. Ed è vero, bisogna stare sempre all’erta perché si rischia di vivere molto più in Rete che al di fuori, ma quando si raggiunge l’equilibrio, quando si ha la capacità di comprendere l’enorme portata che hanno i social network, è difficile che qualcuno preferisca starne alla larga. Insomma, su Facebook ho più di 600 amici, c’è chi ne ha più di duemila, mi capita di veder scorrere un nome e chiedermi chi diavolo sia, però in quei 600 ci sono persone che ho conosciuto in giro per la Rete e poi anche dal vivo, persone che sono diventate importanti per me e mi hanno arricchito senza togliermi niente (al massimo avrò fatto bruciare un paio di sughi).

Ecco, voglio manifestare tutto il mio disappunto per la questione cibo. Non è possibile che le mie papille gustative abbiano deciso di non collaborare proprio quando sotto ai miei occhi sono passate decine di cose buone da assaggiare, i salumi toscani, il risottino al pecorino di Pienza e pere, il tiramisù profumato al Vin Santo. Vedevo gli altri mangiare con gusto, mentre io tossivo e mi soffiavo il naso. Babbabia, che tortura. Eravamo all’Osteria Bernardo, dovrò tornarci per forza.

Meno male mi sono ripresa con la mostra di Kandinsky al Palazzo Blu, ché gli occhi ancora mi funzionano alla perfezione. In realtà, noi abbiamo visto i lavori in corso, qualche quadro appeso, qualche altro ancora a terra. Vi dirò, mancava quella perfezione un po’ asettica delle sale dei musei e mi è piaciuto un sacco, si respirava meglio il caos astratto di Kandinsky (cose che si possono respirare anche col naso chiuso, per dire). Che poi io non lo sapevo, ma i quadri di Kandinsky, che ai profani sembrano forme senza alcun senso e colori buttati là, si ispirano alle isbe russe e colorate e, se guardate bene in mezzo a tutte quelle forme, ci sono un sacco di soggetti che si ripetono. Insomma, anche Kandinsky non era esente da fisime.

Ve ne dico una mia: secondo me i cavalli mi odiano. Mi guardano storto. Credo che se mi potessero scalciare via lontano, lo farebbero. Anche allIppodromo San Rossore mi guardavano storto. E quelli che ho visto all’Ippodromo sì che erano cavalli, belli, muscolosi, veloci, mica come quella roba con la panza che mi hanno fatto montare una volta a Santo Domingo. Ma vabbè, all’Ippodromo ho allontanato questa fissa e me ne sono presa un’altra, quando ho assistito alla pesata dei fantini che, vestiti con tutta la sella e le briglie e altra roba addosso, pesavano meno di me. Ho fatto anche un giro sul calesse, ma mica uno di quelli che si vedono in giro per la città, no, quello che corre, trainato da due purosangue inglesi. Non so se posso dirlo, ma la prospettiva dal calesse non è una delle più entusiasmanti. Ero a pochissima distanza dal culo del cavallo e ho pregato tutto il tempo che non gli venisse in testa di farla proprio davanti ai miei occhi.

E niente, stavo aspettando il treno e, guardando i pizzichi di zanzara, ho pensato che sono proprio valsi la pena.

Post post.

I miei compagni di viaggio:
Georgette
Francesca
Alessandro

Un ringraziamento particolare a Ivo, che ci ha accolto come fratelli in nome del signore e ad Andrea, che all’Hotel La Pace ci ha fatto sentire meglio che a casa (ho provato a rifare il cappuccino personalizzato, ma non è stato lo stesso, mi sono sentita un po’ quella dello spot di Costa Crociere).

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25 Comments

  1. Bellaa! Mi fa piacere che ti sia divertita a Pisa!! Mi dispiace che non ci siamo viste :(

    • bel racconto, mi piace il Claudiap-style!
      Ma dov’erano tutte queste zanzare? Al 7° piano?
      Un saluto dall’ultimo sopravvissuto ai bacilli killer! (Per adesso)

      • Alessandro, comincio davvero a sospettare che fossero zanzare amanti dei piani alti ;)
        Grazie e speriamo che i tuoi anticorpi siano più forti dei miei bacilli! :D

  2. Cara Claudia condivido con te, tra le cose più interessanti, la bella chiacchierata su editoria, giornalismo e esperienze simili che ci siamo fatti al tavolino del ristorante Galileo.

    Mentre tra le brutte, ricorderò la miriade di bacilli che mi hai attaccato: ho già mal di gola!

    Scherzi a parte è stato un piacere.
    Spero a presto. Rigorosamente off line :)

    • Sì, ci vuole una bella sbronza tutti insieme :D
      Ciao Ivo, è stato un vero piacere anche per me.

  3. A proposito di Kandinsky c’è un aneddoto famoso, da lui così descritto:
    “Aprendo la porta dello studio, vidi dinanzi a me un quadro indescrivibilmente
    bello. All’inizio rimasi sbalordito, ma poi mi avvicinai a quel quadro enigmatico,
    assolutamente incomprensibile nel suo contenuto e fatto esclusivamente
    di macchie di colore.
    Finalmente capii: era un quadro che avevo dipinto io e che era stato
    appoggiato al cavelletto capovolto.”

  4. io vorrei che le zanzare ci fossero solo su internet. Sì, in rete le seguirei ovunque. Nella realtà cerco di catturarle con la rete elettrica

    • la prossima volta devo ricordarmi di metterla in valigia.

  5. chissà in quanti si prendono la cacca in faccia:/ ma c’era anche il divano di kandinskiy? eh? eh?

    • Cosa essere divano di Kandinsky, non sono informata.

        • Ah, ecco, immaginavo fosse una ciofeca :D
          Ma perché Kandinsky ognuno lo scrive un po’ come gli pare? Con la y, con la i, con la i e la j.

        • perché quasi nessuno sa come trascriverlo giusto dal russo :( lascia stare, che la mia A. è russofila e proprio su questo mi ha fatto una testa così. Ora ho più confusione di prima, ho solo capito che c’è sempre un modo giusto e uno sbagliato.

  6. Quella frase, “quello che a me interessa della Rete, in realtà, non sono tanto gli strumenti, quanto come vengono usati nelle relazioni”, lì c’è tutto. Poi ti dico dove e quando la userò, ma per ora resta un segreto.

  7. (Divertente come la parte 1. E lo dice uno che di solito si annoia alla sesta riga, quindi lo puoi prendere come un grande complimento)

    Tu che lo sai, dimmelo. Il blogger esiste?

    • La sesta riga? Avrei detto la seconda. Grazie.

      blogger è chi il blogger lo fa (semicit.)
      No, a parte tutto. Credo che esista, sì, e sia anche in buonissima salute, checché ne dicano gli altri.
      (odio usare “checché”, ma ci stava)

  8. Cero che, raccontata da te, ogni cosa assume forma e colore. Bravissima :-)

    • Ma grazie! Speravo di riuscire a trasmettere almeno in parte quello che ho vissuto io :)

  9. Uh, lascia stare il peso del fantino Cla!
    Piuttosto, mi candido per il prossimo giro a quell’osteria, meraviglia!
    Il tuo modo di essere social è quello giusto, quello che dovrebbero avere tutti, aperto, curioso, interessato a confronto e al dialogo con gli altri, è così che si fa, avremmo tutti da imparare da te!
    Bacetti tesoro!

    • Grazie, Miss. È anche una cosa che mi riesce abbastanza facile, adoro interagire con gli altri, lo sai :)
      E sì, quell’osteria merita di avere due palati fini come i nostri (lontano dal raffreddore) :D

  10. C’è qualcosa che non mi torna. Perché mi sento nostalgica di fatti e sensazini che non ho vissuto?! :*

    • Capita anche a me, spesso. Noi siamo persone che non ci torna ;)

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