Non succede nulla da un po’. Mi verrebbe da dire questo, così, di getto.
Poi penso che non è vero, che succede sempre tutto, ma a volte lo colgo e a volte no. Tipo come in questo periodo, in cui sono tanto rilassata, forse troppo. Non c’è tensione, non c’è emozione, nessun dolore, come diceva qualcuno.
Che poi ho questo brutto difetto di non andarmele a cercare, non sono una che si mette sempre nei guai, che si complica la vita, che vive storie travagliate, che si cerca gli stimoli, io. Mi piace essere servita e riverita, stare seduta in attesa che le cose degne di nota si facciano notare.
Forse vivere in una metropoli mi renderebbe la vita più facile. Non ho mai vissuto in una metropoli, non so com’è percorrere tutti i giorni strade su cui camminano milioni di persone diverse, poi ok, frequenti sempre le stesse, però ne vedi un’infinità. E, per la legge dei grandi numeri, sicuramente avrei più cose di cui riempirmi gli occhi e la testa.
Le cittadine di provincia sono grandi quartieri. Tra me e la vecchina della merceria in cui non ho mai messo piede, al massimo ci sono due gradi di separazione. Stamattina, parlando con una signora che incontro sempre sul bus e che cerca in tutti i modi, ormai da anni, di attaccare bottone con le scuse più assurde, ma io, con gli sconosciuti di cui non mi frega nulla, sono l’emblema dell’asocialità (e poi le puzza l’alito). Insomma parlando con questa signora, è venuto fuori che era la colf di quella che abita sul mio appartamento. Le rivelazioni del venerdì, le carrambate, i colpi di scena, proprio.
Quindi credo che se non avessi un’intera galassia dentro, con tutti i pianeti abitati dagli alieni e le guerre per la conquista di nuovi territori, sarei una di quelle donne che passano la loro vita a parlare di assorbenti con le colleghe di lavoro, a piangere insieme alla D’Urso per il povero cagnolino smarrito di Belen, a pubblicare su Facebook i video di Luca Carboni e gli aforismi sull’amore, a invidiare il culo (e la costanza) di quella che sta sempre in palestra.
Ok, l’ultima cosa la faccio anch’io.
Il mio mondo di dentro è imperfetto e limitato come quello di fuori, mi sa.
guardala così: almeno, non avendo mai vissuto nella metropoli, puoi ancora illuderti che ti darebbe degli stimoli (mentre invece quelli che ci hanno vissuto lo sanno benissimo che pure loro passano comq il tempo a pubblicare su facebook i video di luca carboni e gli aforismi sull’amore, nonostante gli stimoli e il traffico mortale).
Ecco, questa cosa mi consola :)
Piccolo aneddoto da “metroplitano”: ho fatto servizio civile in un piccolo paese del lodigiano.
Ricordo che i primi giorni “stavo male” perchè non ero abituato a vivere in un paesino dove passava sì e no una macchina all’ora, nella via principale del felice borgo (750 anime, vacche e galline incluse).
Mi mancava il traffico, i clacson, il ritmo indiavolato di Milano (la nebbia no, perchè a Lodi e dintorni era ancora più fitta).
Credo comunque che l’insipidezza della vita, o al contrario il suo essere saporita, non dipenda dal luogo in cui vivi.
Da Milano al borghetto isolato è un bel salto (pure temporale) :D
Comunque no, non dipende da dove vivi, ma un po’ aiuta.
Ma Claudia, hai il privilegio di avere carattere! :)
Ma per fortuna quello! ;*
ecco, l’ultima parte mi ricorda ascanio celestini, quando racconta dei maschietti che guardano in televisione il culo delle ballerine perchè gli piace, e le femminucce guardano la televisione perchè vorrebbero avere il culo delle ballerine che piace tanto ai maschietti… e tutti guardano la televisione…
E pure le ballerine si riguardano in televisione per vanità ;) Ecco, è una specie di catena senza fine.
Io non abito in una metropoli e da sempre sono convinta che nei centri urbani di dimensioni contenute si viva meglio, tutto è più a nostra misura.
Poi tu ce l’hai davvero un’intera galassia dentro e secondo me le persone che non ce l’hanno non trovano stimoli nemmeno nelle metropoli, non credi?
Bacio Cla, sempre bellissimo leggerti!
Grazie, Miss :*
Considerando tutte le lamentele che sento dalle persone che vivono a Roma e a Milano (due città a caso), direi di sì, che nei piccoli centri si vive meglio. Però, come in tutte le cose, ci sono i pro e i contro ;)
Un bacione e (di nuovo) buona domenica!
le imperfezioni ci spingono verso la realtà
Eh già, le imperfezioni *sono* la realtà :)
c’è una bellissima poesia di Gonzalo Rojas che dice :
Ragazza imperfetta cerca uomo imperfetto
32 anni, esige conoscenza
di Ovidio, offre: a) due seni di colomba,
b) tutta la pelle leggera
per baci, c) occhi
verdi per sfidare la sfortuna
delle tempeste;
non va a domicilio
non ha telefono, accetta
di magnetizzarsi tramite pensiero. Non è Venere;
ha la voracità di Venere.
Ma che bella! Grazie, jardigno!