“Moplen”, mi rispondeva sempre mamma.
Non ho mai capito perché e neanche ho mai indagato, avrei dovuto immaginare che fosse un tormentone pubblicitario, un po’ come l’uomo che non deve chiedere mai o il buco con la menta intorno.
Però stasera, appena ho richiuso la porta di casa, ho dato due giri di chiave e ho messo il chiavistello, anche se erano appena le otto. Lo faccio sempre quando resto da sola, non tanto per paura, quanto per sentirmi protetta e dire a me stessa che ecco, non esco fino a domani, non ci sono per nessuno.
Mi sono guardata attorno nel soggiorno vuoto, i piatti da lavare, in tv Clinton Jones e Allen Haff erano nel bel mezzo di un’asta per accaparrarsi roba, alla vista di un occhio non esperto, decisamente priva di valore. A me Affare fatto piace tanto, ma un po’ tutti i programmi di Dmax. Il mio televisore potrebbe captare anche solo Dmax, Real Time, Raitre, Focus (e Canale 5, perché mi sono fissata con Il Segreto, ma non ditelo a nessuno, ognuno ha i propri cadaveri nell’armadietto delle scope).
Insomma, mi sono girata e ho detto emmó? L’ho detto proprio ad alta voce, come se le gatte avessero potuto rispondermi, ma figuriamoci, loro se la dormivano. Mi sono risposta Moplen, come ho sempre fatto ad ogni emmó, perché le tradizioni di famiglia te le porti dietro anche quando non sai cosa significano, tanto che poi i significati glieli dai tu, e per me Moplen significa e mó ti arrangi.
Non che non sappia vivere in riserva, ma ad ogni cambiamento, anche piccolo, c’è sempre quell’attimo in cui ti senti spaesato, in cui sei convinto che non ce la farai. Nel mio attimo di spaesamento ho fatto, come sempre, cose da automa. Ho lavato i piatti, piegato e sistemato i panni asciutti nell’armadio, annaffiato le piantine aromatiche sul balcone. Acceso il mac e controllato la posta.
Poi ho pensato che Moplen non poteva significare e mó ti arrangi. Doveva per forza significare qualcos’altro. Allora l’ho cercato su Google che, in 0.35 secondi, mi ha suggerito un video. Gino Bramieri, Carosello, bianco e nero. Un jingle stupido e per questo meraviglioso per pubblicizzare bagnarole, secchi e contenitori in polipropilene.
Ok, non è che un video può spazzare via, in pochi secondi, trent’anni di convinzioni, ma almeno adesso, ogni volta che mi risponderò Moplen, mi arrangerò lo stesso, però con la canzoncina che mi ronza in testa sarà tutta un’altra cosa.
Anche mia madre lo dice sempre! E ora grazie a te so che significa. E ovviamente continuerò a dirmelo da sola come ho sempre fatto, anche se io invece di attribuirgli il significato di “arrangiati” gli attribuisco quello di “e mo niente”, che a ben pensarci vuol dire tutto e niente.
Quindi anche tu sei stata contagiata fin da piccola dal “Moplen”, che bellezza :)
Una generazione cresciuta a Moplen, insomma! Anch’io! E gli davo un significato che era insieme “e mo niente” e [di conseguenza forse] “e mo ti arrangi”.
L’ho sempre detto, io, che quando le persone ti piacciono subito, è perché in qualche modo avete vissuto qualcosa di comune ;)
Il sesto senso non mente.
(vedo la gente affine)
(vabbè, vado)
:D
Mi piace e somiglia quel far le cose come un automa nel momento di spaesamento. E quel chiavistello e la porta chiusa, insieme alla pioggia di oggi e alla minestra di stasera, e il jazz che ho rimesso di sottofondo, dopo mesi, mi sa tanto di autunno che è arrivato. Pensa te quanta roba, ‘moplen’.
Ti abbraccio.
Anche la minestra e il jazz di sottofondo piacciono e somigliano a me.
Ci scambiamo gli abbracci.
Non ho capito qual è il cambiamento, ma moplen me lo ricordo. Ero piccolo come i bimbetti che giocano con la macchinina, ma me lo ricordo… :)
Non l’hai capito perché non l’ho detto, lo sai quanto mi piace girare attorno alle cose senza toccarle ;)
Elliso che non l’hai detto!! Ma tu lo sai, che sono curioso come una scimmia curiosa!!!! :D
Le dirò, Mr. Ferraris :)
Propilene isotattico. Ecco, semplicemente plastica. Bagnarole secchielli palette e non da ultimo, il vasino per la cacca e la pipì ecc ecc. Se non fosse stato per te, per questo post, oggi ero ancora ignorante. Ad un italiano, Giulio Natta, dobbiamo questo rivoluzionario materiale che tra l’altro gli ha procurato un Nobel per la chimica nel 1963. All’epoca ero ancora una bimba e tu eri una particella del cosmo. E no, non era per dirti arrangiati.
Dai, tira fuori altri aneddoti. Almeno per riparare ai piccoli e grandi traumi dovuti all’errata comunicazione tra genitori e figli :)
E mò? Moplen!
Arriveranno ;)
Così mi diceva mio padre e come te non immaginavo che fosse una pubblicità, quando l’ho scoperto un po’ mi ha spiazzato devo dire, ma ci si arrangia lo stesso!
Un sorrisone!
Oh, ma un sacco di persone mi hanno detto che i loro genitori rispondevano così! ;)
Sorriso enorme anche da qui.
io purtroppo me lo ricordo in diretta, senza interporre generazioni. Le fregature dell’età!!!
ml
Però è bello che ci sia il web a farci avvicinare alla stessa cosa ;)
Quel Moplen ha in sé una bella verità, semplice e potente: che le risposte ce le abbiamo tutte dentro cariche di energia. E quell’energia, secondo me, si ricarica proprio mentre facciamo le cose di tutti i giorni, meccanicamente, senza consumarne dell’altra.
Non posso che essere d’accordo con te, soprattutto dopo la tua bella e autorevole foto profilo :D
Non capisco come mai La vita in diretta ancora non mi mandi un’inviata a Villa Madre.
euh, mi ricorda quella volta che io chiedevo “che cosa?” e mia madre mi rispose “merda rosa” :/ ci ero rimasto maaaaaale, avevo pianto taaaaanto. E non so, mi pare più utile il moplen, della merda rosa :/
Effettivamente. Non so perché, ma mi fa ridere tanto. Gran donna tua madre!
Ahahah ma la merda rosa mi sa che non è tratta da Carosello :D
Che cambiamento? Hai comprato la lavastoviglie, preso un altro gatto o distrutto il televisore? Io confido nell’ultima possibilità ma qualcosa di Segreto mi dice che non è così.
Distruggere il televisore giammai! Eresia!
Nessun cambiamento drastico, ma uno di passaggio, dopo un anno di calma e staticità ;)
Quindi sei teledipendente. Credo che ormai non ci sia più niente da fare. Buona visione allora.
io me lo ricordo ! E se ti serve una canzoncina per scacciare cerca quella della pasta del capitano ( e tutte’ de ntratto il coro …)
Grandissima, quella me la ricordo anch’io! :D
Io invece mi sono sempre chiesto chi fosse un certo Giocondo…poi grazie (o per colpa) di Carosello Reloaded ho scoperto che… http://www.youtube.com/watch?v=aTVWUuqdBKA
Nooooo, oddio pure io ho sempre pensato fosse “Giocondo”!
You made my day, darlin’.
:D
Lo diceva sempre anche la mia di mamma. Era un carosello… Come sei giovane… :)
Hem… lo ammetto, non ho resistito e ho commentato prima di leggere il finale. Sindrome da “Superflash”, ma tu sei giovane e non puoi capire…
Ahaha resta il fatto che io sia giovane, questa cosa mi piace. Se me la ripeti a ogni post, ti concedo di leggere solo le prime righe :D
io non l’avevo mai sentito :) eppure son vecchio :D
Uhm, questa cosa è proprio strana.
Neppure io l’ho mai sentito…però anche a me appartiene quel fare le cose da automa, anche se quando mi capita le faccio in maniera disordinata e senza attenzione…perché sono lì che mi dico: emmò?
Baci Cla!
Baci a te, Miss ;*