Tagadà

Posted by on Set 23, 2013 in Me, myself | 20 comments

Non so perché, stavo per andare a letto e mi è venuto in mente il tagadà. Le musiche tunz, le casse che rimbombano nello stomaco, le urla, la gente al centro che cerca di restare in piedi.
Avevo una paura tremenda del tagadà, usciva il fumo da qualche parte e io pensavo che scottasse, che anche quello fosse parte del gioco, che dovevi cercare di stare in piedi o di restare col culo attaccata al sedile e schivare anche il fumo.

Stavo intere serate attaccata alle transenne che separavano la giostra dalla gente che guardava e basta, genitori con in mano le giacche dei figli, ragazzine che facevano il tifo per gli amici, amici che volevano salirci ma non avevano più soldi. Io che mangiavo patatine fritte nella vaschetta di plastica con la forchettina colorata.

Il tagadà era roba da grandi, poi ci sono salita e ho capito che non era mica la giostra più pericolosa. Allora ha cominciato a farmi paura il barcone, su e giù, sempre più su e sempre più giù, fino a quando sembrava dovessi uscire fuori dai sedili o vomitare anche la vaschetta di patatine che non avevo mangiato.

I gettoni di plastica, i giostrai alla cassa a gridare nel microfono, alzate le mani, alzate le gambe, urlate, signorina con la maglia gialla ti si vedono le mutandine. Altro giro, altra corsa. E la Pausini remixata.

I rumori tutti intorno, quelli che sparano coi fucili ad aria compressa per prendere i peluches, che tirano i pugni e fanno a gara a chi li tira più forte, che lanciano palline per prendere i pesci rossi già mezzi morti. Bambini con lo zucchero filato, luci che fanno male agli occhi, odore di polvere, sudore e mandorle caramellate.

Così lontano da qui, lontano da me, ma mi è venuto in mente mentre stavo per andare a letto.
E infatti adesso ci vado, a letto.
Ma magari anche al luna park, ma in uno di quelli lerci, di paesini sperduti di provincia.

Buonanotte.

20 Comments

  1. Si ma rideva davanti a quelle giostre e sopra pure, la ragazzina. Immersa nei vari problemi del cazzo che si fanno le teenager, specie quelle degli anni ’90! Io c’ero e lei non era una teenager del tutto “normale”, diciamo un’incrocio tra una Courtney Love e una “Bobby soxer” ma di quelle vere a cui piaceva lo swing e anche il blues. Portava spesso magliettine a righe e jean’s a vita alta tipici degli anni ’90…La miss Fornarina con la zeppa…Era uno dei pezzi indiscussi e fondamentali di una grandissima…. come si chiamava? ah comitiva…. addirittura decideva lei alla fine se doveva entrare o no questo o quella…. la reginetta di sto cazzo…. Erano di quelle sere di primavera inoltrata e per noi ragazzetti si presagiva sempre un’estate bellissima, divertente e piena d’emozioni. Sembrava di stare in uno di quei film francesi dove si festeggiava nei piccoli paesi di provenza con le lampadine da 40w e le balere di campagna, solo che però la gente era molta di più… e lei andava in giro con le sue amiche del cuore a scegliere i braccialetti e gli orecchini sulle bancarelle degli indiani che stavan li, sul corso durante la festa, per lei sembrava più un mercatino londinese che una festa tradizionale di provincia… Però….. na palla, mamma mia ogni tanto te la sentivi…. Meee Wagliùùù asp’tt’at! e già sapevi che dovevi tornare indietro e litigare col marocchino per farti vendere gli orecchini a 3000 lire anzicchè a 5000, altrimenti la Claudia non ti dava la diana blu da fumare ” dietro la banca” !! eh ne ha spesi di soldi per le diana blu, gli orecchini, il tagadà…per non parlare poi di quel cazzo di videogame coi draghetti che tiravano le palline colorate che scoppiavano quando azzeccavi i colori. Tempi d’oro in quel paesello di provincia… poi siamo cresciuti, qualcuno forse maturato, ma il metodo di vita rimane lo stesso e fedele all’originale degli anni ’90: Morire almeno un pò meno scemi di come siamo nati! Sarà che a quella ragazza non è passato il vizio di scrivere il Diario, sarà che a me non è passato il vizio di scrivere sul diario degli altri, beh veramente non mi è passato nemmeno il vizio delle moto, ma questo è un’argomento a parte. Sara che ma a me piacerebbe però un giorno rivedere quella ragazza, insieme a tanti altri amici, che ridendo mi dice come al solito… “Ma si tutt scem!” ( e senza letteralmente pisciarti sotto di nuovo per le risate)

    • Madonna, Antonio, grazie per questo spaccato. Hai un sacco di ricordi, è bello.
      Le zeppe Fornarina e le Diana :D

  2. quasi sempre il più bravo aveva la pelle brunita dal sole e i dreadlocks, sacerdote della rotazione e dei salti a gambe raccolte. E noi fedeli a guardarlo, invidiarlo, e le ragazze con cui andavamo ai “baracconi” ad ammirarlo, irrangiungibile nella sua condizione di adulto, di “grande”. Inebriati dall’odore di bomboloni fritti e di ozono degli autoscontri, ancora più inebriati dall’odore di adolescenza delle nostre compagne, tutti abbiamo desiderato essere “l’uomo del tagadà”

    • Non so perché il commento fosse finito nello spam.
      “L’uomo del tagadà”, proprio così.
      Io ammiravo anche una ragazza molto bella che ci sapeva andare benissimo, in piedi. Invidiavo, non ammiravo, per essere proprio precisi :D

  3. Oggi sei la mia Zampanò preferita. (Oh, ma manca un finale, non puoi spegnere la luce e basta).

    • Onorata!
      In realtà il finale (e il fine) era “Buonanotte”, solo che l’ho articolato un po’ :D

  4. aiuto. solo al leggere il post sento lo stomaco che grida “geroooooooonimo”

    • Di prima mattina, poi.
      Scusa! :D

  5. Ho un ricordo strano del tagadà, mi viene in mente ogni volta che lo sento nominare. E’ il ricordo di un papà e di una ragazzina adolescente che in quel momento erano gli unici a fare due salti in pedana. In padella, sarebbe giusto dire. Il giostraio alla cassa non gridava al microfono “signorina le si vedono le mutandine”, non ce n’era bisogno. Perché la ragazzina aveva un vestito aderente che non riusciva a gestire e il tagadà è stato così bastardo che nel giro di pochi secondi una folla di maschietti e curiosi si è radunata lì sotto, tutti a fischiare ed applaudire per lo spettacolo inatteso. Il bello è che la ragazzina non si rendeva conto che lo spettacolo era lei ma il papà sì. E io mi sono immedesimato in quel signore e mi sono sentito imbarazzatissimo per lui, non dimenticherò la sua faccia. Quando il giro, peraltro lunghissimo, è terminato, sono stato contento per lui.

    • Un ricordo angoscioso, anche più della Pausini remixata.
      Però grazie di averlo condiviso commè :)

      • Ecco, stavo per scrivere che la Pausini remixata è è il dettaglio più angosciante, quasi alla Stephen King.

  6. La prima giostra sulla quale sono salita da bimbetta è stata i calcinculo. L’unica che veniva dalle mie parti. Stava qualche giorno e poi ripartiva. Di quella giostra mirabolante ho bellissimi ricordi. Comunque, io giostraia in una qualche vita sono stata.

    • Dai. Io sono stata a scuola col figlio di un giostraio, alle elementari. Lo guardavamo tipo come un alieno :D

  7. Uh, il tagadà! Che ricordi!
    Non ho mai avuto una predilezione per il luna park, su certe giostre avevo paura di farmi male, su quelle che andavano tanto in alto mi spaventavo per le mie vertigini.
    Però oggi con questo post mi hai messo un po’ di nostalgia, lo sai?
    Tra il resto mi hai pure ricordato un mio fidanzatino che mi portava sempre sugli autoscontri, molto romantico :-)

    • Ahahah sì, romanticissimo.
      Io non ho mai trovato un fidanzato che sparasse alle sagome per prendermi il peluche, tipo quello dell’orso gigante. Si sono sempre rifiutati :D

      • Oh, caspita!
        Le sagome di cartone, neppure io l’ho mai avuto un fidanzato così, ora che ci penso!

  8. t’accompagno, ho ancora qualche biglietto gratis! Ho un lontano parente giostraio

    • Oh, figo!
      (comincio ad entrare nei panni della squinzia adolescente)

  9. Allora se ti sbrighi dovresti venire al mio paese. C’è la sagra, è iniziata venerdi…e dura 5 giorni, ossia fino a stasera.
    Non c’è il barcone ma c’è il tappeto volante. E pure il tagadà.
    C’è la rana e pure le montagne russe.
    E anche una giostra adrenalinica come quelle che piacciono a me ;)
    Se è troppo tardi, ti aspetto per l’anno prossimo ;)

    • Già me lo sono scritto sull’agenda. Robè ;)

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