Ieri, che era sabato, non mi andava di uscire, né di sentire nessuno. In realtà, è una cosa che mi capita spesso di domenica, mentre il sabato sono pimpante e pronta alla movida più sfrenata, che solitamente si trasforma in una pizza recapitata a casa dal solito fattorino che ormai segue il solco nell’asfalto. Il massimo della trasgressione è richiedere la pizza doppio impasto, quella alta, mica come la fanno qua, che sembra un’ostia con un pomodoro spremuto sopra. Insomma, la pizza alta è l’unica pizza possibile, fatevene una ragione.
Non mi andava di uscire, quindi. Se fosse stato per me, mi sarei seppellita sotto chili di finto piumone in acrilico altamente infiammabile e non avrei fatto nulla, né leggere, né scrivere, né guardare alcunché. Nulla. Mi sarebbe piaciuto immergermi nel buio delle coperte, a respirare aria rarefatta, fino quasi a soffocare, quando il cuore ti fa pum pum pum a 64 bit, che non ce la fa più a incamerare anidride carbonica. E poi in un attimo, quell’attimo, quello in cui dici cazzo, non può mica finire così, devo ancora prendere lo stipendio di Febbraio, scaraventi tutto all’aria e te la fai entrare nel naso, nella bocca e nel cuoio capelluto a ossigenarti il cervello. Questo mi sarebbe piaciuto fare, ieri.
Poi però mi sono ricordata che c’era una bella iniziativa in biblioteca, seguita da un aperitivo. E perché non dovrei essere dove c’è un aperitivo gratuito, se non sono in fin di vita? E allora sono andata. Odio non assecondare le parti migliori di me. Sono andata e ho fatto bene, è stato carino, hanno premiato delle foto che hanno partecipato a un contest degli Instagramers Marche. C’è questa community di igers, legata a Instagram…ma adesso non è che pretenderete che vi spieghi le cose che non c’entrano con questo post. Il fatto è che sono uscita e camminavo a passo svelto e un po’ mi sentivo anche carina. Sapete, quando ti senti carina, gli altri è proprio così che ti vedono, anzi, ti vedono ancora meglio. E quindi camminavo svelta ché stavo pure in ritardo, quando un tipo con il pellicciotto e un pinscher in braccio mi ferma e mi chiede se ho l’accendino. Gli do l’accendino. Accende la sua sigaretta slim e io aspettavo che mi ridesse l’accendino, ma lui niente, se lo teneva in mano e mi guardava con quel sorriso sghembo di quelli che pensano di aver capito tutto e invece non hanno capito un benemerito. E allora io gli riprendo l’accendino dalle mani e gli dico ciao eh. Cioè, capiamoci, neanche se non fossi sposata e non avessi avuto incontri ravvicinati da anni starei con uno con la pelliccia di orsetto Trudy e una pantegana in braccio.
Ma il punto è un altro. Il punto è che mentre stavo lì a mangiare pane e fagioli e salame e formaggio, un amico mi ha presentato ad alcune ragazze come quella che può dare consigli su come scrivere ogni giorno o comunque con assiduità. Ed è vero. Scrivo ogni giorno, magari non qui, ma altrove scrivo, scrivo negli status di Facebook, scrivo nelle mail, scrivo nelle chat, scrivo nei commenti, nei messaggi, sui foglietti volanti, sull’agenda. Scrivo sempre. E ho pensato che mi piacerebbe fare altre cose, tutti i giorni, così come riesco a scrivere tutti i giorni (e a guardare Uomini e Donne, ma questo non ditelo a nessuno).
Mi piacerebbe cantare, ad esempio, non canticchiare mentre faccio altro, proprio mettermi alla scrivania, col mio microfono, il mixer e il GarageBand con le basi, registrare, fare le prove, sentire gli orrori sulle parti difficili. Poi vorrei leggere almeno una cinquantina di pagine di libri belli o anche brutti, ma leggerle, studiare le migliaia di cose che ancora non so, esercitarmi con l’inglese, fare la pennichella, giocare con le gatte per arginare il loro spatasciamento fisico (anche se, ormai, mi sa che è troppo tardi). Mi piacerebbe fare un’ora di passeggiata o anche fare ginnastica a casa come una scema davanti ai video di aerobica scaricati dal torrent. Ah, non si dice? Ok, cancello fare ginnastica. Poi vorrei ogni giorno pulire il bagno, adoro pulirlo, davvero, far splendere le ceramiche, eliminare ogni minimo alone dallo specchio, mi mette soddisfazione. Bene, poi vorrei passare almeno un’ora a scorrere la dash di Tumblr. E leggere tutti gli aggiornamenti dei blog che seguo, e commentare, che ormai lo faccio sempre più di rado, perché vado sempre più di fretta. Vorrei scrivere post, lunghi, pensieri articolati che vanno oltre i 140 caratteri ma anche oltre i 500. E guardare almeno una puntata di una serie tv. Ogni giorno mi piacerebbe incontrare qualcuno che non sia per lavoro, ma solo perché è bello vedersi. Ogni giorno mi piacerebbe che avesse la prolunga, luuuunga lunghissima, come quella che, da casa di mia zia, partiva per arrivare nella capannella che avevo costruito in cortile, fatta di un paio di ombrelloni e un po’ di tende a chiudere tutt’intorno. Dentro, il mio rifugio, arredato con una cucina rosa di plastica con le pentoline finte epperò l’acqua che scorreva davvero dal rubinetto a pompetta, sotto il quale lavavo le susine gialle che prendevo da terra, una volta cadute dall’albero. La luce rossastra perché l’ombrellone era arancione, il tavolino pieghevole con le sedioline di legno e una radio con dentro la cassetta delle Spice Girls a manetta. Tutti i giorni. Però era quello che mi piaceva fare, ascoltare quelle cinque squinternate mentre facevo finta di vivere lì, lontano da tutti. Era facile, avevo un’unica grande passione (seppur discutibile) e la prolunga serviva solo per la radio. Adesso dovrei allestire un complicato sistema di alimentazione, la capannella è diventata un capannone. Open space. ‘Na fatica.
Davvero vorresti fare tutte quelle cose ogni giorno? Io nemmeno con il pensiero. :-) Scrivi, scrivi che ti viene bene, Ciao bella.
Sì, Sandra. Vorrei farle davvero tutti i giorni, perché sono tutte cose che mi fanno stare bene :D
Scrivo, scrivo. Un bacio e un abbraccio!
Già che avevi l’accendino in mano, quello del cane aveva la pelliccia ignifuga?
Vedi ad andare di fretta? Mica ci pensi, a certe cose!
Tu sei carina anche quando non ti ci senti. Anche se non ti senti quando canti o non canti quando scrivi. Anche quando non fai niente.
Oddio, che bella cosa che mi hai scritto. Quasi quasi arrossisco :D
eh ma la sola soluzione è non dormire mai :( la qual cosa a volte riterrei persino utile. D’altro canto anche dormire è così bello…
Che la sola soluzione (la seconda soluzione) è non lavorare mai, e farsi i cazzi propri. Mi sa. Lavoriamoci su!
Wrong!
Cazzeggiamoci su è la risposta corretta! ;)