C’è che ultimamente ho gli sbalzi d’umore. E io, gli sbalzi d’umore, non ce li ho quasi mai. Avevo un’amica che ci conviveva fin da piccola. A volte si sbracciava per salutarti, altre ti passava davanti ignorandoti, poi c’erano le volte che ti rispondeva male. Uno strazio.
Da qualche tempo, giro continuamente su questo ottovolante sgangherato senza riuscire a trovare il pulsantone rosso dello stop, una leva, qualsiasi cosa che blocchi gli ingranaggi e mi permetta di scendere, ché comincio ad accusare un po’ di nausea oltre a sentirmi sola in questo immenso luna park dove non c’è nessuno, pure il giostraio s’è scocciato di farmi girare e se n’è andato lasciando la cabina incustodita.
Ieri, ad esempio, stavamo in macchina e discutevamo di cambiare. Bisogna cambiare, in meglio, andare avanti, se è necessario altrove. E io sì, lo dico sempre che bisogna cambiare, in meglio, andare avanti, se è necessario altrove. Ma poi mi vengono i brividi nella pancia, la paura di lasciare strade vecchie e sbagliare quelle nuove, trovarsi nei vicoli stretti e bui e senza uscita, la paura di non essere all’altezza, di essere inadeguata o che sia troppo tardi, per alcune cose troppo presto. Tu vai, io ti seguo, non farmi prendere decisioni, fammi accodare alle tue, che sei sempre stato quello più saggio. Mentre fuori dal finestrino scorrevano strade di campagna, ho bagnato due fazzoletti 4 veli. Poi abbiamo parcheggiato di fronte a una Basilica enorme che io non avevo mai visto, anche se abito da dodici anni a 30 chilometri di distanza. Il vento mi ha asciugato tutta la faccia e mi tirava la pelle ed era freddo, anche nella Chiesa, il classico freddo delle Chiese, che sa di incenso, umidità e legno vecchio di secoli. C’erano un sacco di persone a confessarsi e altrettanti preti che ascoltavano quei peccati banalotti, le solite cose, le bugie, ho trattato male mia moglie, non riesco a venire a messa tutte le domeniche. Mi hai chiesto da quanto tempo non ci confessiamo. E io ti ho detto boh, forse dalla prima comunione. E poi perché dovremmo, noi siamo esenti. In una specie di cappella, c’era gente inginocchiata in adorazione di una statuina della Madonna, fatta d’oro e pietre sbrilluccicose, e ci siamo guardati e abbiamo un po’ riso. Lo so, non si fa, ma abbiamo un po’ riso e abbiamo capito che non ha mai fatto per noi e non lo farà mai, però le Chiese ci piacciono perché sono silenziose, come i cimiteri, e sono sacre, di quella sacralità in cui ci hanno cresciuto, un po’ come tutti, ma che sentiamo lontana, la ammiriamo come una donna avvolta da sintomatico mistero.
Mentre tornavamo alla macchina, da una pesante porta di legno, uscivano le voci di un coro che faceva le prove, un coro meraviglioso che ogni tanto si fermava e il direttore impartiva lezioni, siamo rimasti lì con l’orecchio quasi attaccato alla porta e poi io ho detto adesso li registro e ho tirato fuori lo smartphone che cozzava un po’ con le mura storiche, il silenzio dei vicoli, l’enorme quantità di anziani in ciabatte e quel coro che cantava canzoni di Chiesa, ma così ho fatto, ho registrato i canti che provenivano da dietro quel portone, facendo finta di fare una telefonata quando un gruppo di suore con la faccia arcigna ci è passato davanti, l’ultima cosa che avrei voluto era farmi bacchettare da una suora, ho già dato all’asilo.
Sulla strada del ritorno abbiamo continuato a parlare di cambiamenti, quelli più facili, quelli che fanno ridere e nessun altro fazzoletto è stato maltrattato. Bisogna che ci diamo una regolata, non possiamo continuare a mangiare così, sta arrivando l’estate, io mi sono fatta un tatuaggio impegnativo su un fianco, quindi dovrei almeno mantenere il fianco. E, dato che siamo persone coerenti, siamo finiti da Mc Donald’s, perché il Crispy Mc Bacon non potevano farlo più buono allora l’hanno fatto più grande. Due menù, senza salse per le patatine e Coca Zero, grazie.
Da Mc Donald’s, mentre trangugiamo quell’ammasso di colesterolo, diciamo sempre le stesse cose. Quando vediamo gente fortemente in sovrappeso, diciamo ecco, diventeremo così, moriremo grassi. Ma felici, aggiungiamo poi. E quel felici fa la differenza, la fa sempre, guai se non ci fosse.
Nel luna park non sono decisamente sola, no.
Che post bello bello :)
Grazie grazie, losengriol <3
E ti par poco non essere sola? A luna park soprattutto da mc donald meno. E ridere felice malgrado tutto. Ciao bella. Un abbraccio grande
No, infatti. A me pare proprio tanto.
Un abbraccio a te, Sandra!
E’ bellissimo questo post, mi è sembrato di vedervi!
E quella felicità che tu racconti è proprio quella più vera che fa sentire vivi.
Un abbraccio Cla!
Grazie, Miss. Tra le felicità che una persona possa avere, credo sia la più importanto ;)
Un abbraccio a te.
La tua mente è una rondine che vola nei mille cieli del mondo, è bello questo, è la cosa più bella che abbiamo la curiosità. Purché questa curiosità sia il mezzo per trovare un tetto sicuro su cui posarsi, rondinella. Perché tutti prima o poi abbiamo bisogno di un porto sicuro, della giusta strada da seguire, di una piccola idea che dentro la nostra testa dia un senso alla nostra vita. Ciò per cui sappiamo essere Speranza è il senso della nostra vita.
La curiosità non mi manca e neanche il porto sicuro. In mezzo ci sono tante strade, però, vedremo dove deciderà di volare la rondine :)
Love.
A lot.
Mi pare che questo stare e non stare e barcollare e cercare di rimanere immobili sia comune a troppa gente, inclusa me e la mia non solitudine iberica.
Ti abbraccio.
Saranno le Claudie? :)
Pensare ad un cambiamento non è già un cambiamento? Io toglierei anche quel “ma” prima di “felici”…
PS: Ti ho appena ascoltato su SoundCloud. Ti ho trovato tramite un’altra blogger che ha messo lì un suo pezzo. Sei bravissima!
Quel “ma” è solo in contrapposizione a “grassi” :)
Grazie mille per SoundCloud, ho ancora tantissimo da imparare ;)
Infatti io avrei detto “grassi e felici”! Senza contrapposizioni, anzi.
Mi accontento del leggermente sovrappeso, al massimo :D
molto bello ed interessante leggerti.
i miei sinceri complimenti
Carmelo
Grazie mille, Carmelo.
C’è sempre qualcosa – dopo la lettura dei tuoi post – che mi mette voglia di chiamarti e chiederti se posso passare da te al volo per un caffè e un abbraccio.
Tutte le cose più difficili le lascio per un’altra volta.
<3
Io ti direi sì, passa quando vuoi.