Sono bassa. Questo è un dato di fatto, lo dicono le unità di misura, lo dice il metro coi suoi sottomultipli. Coi miei 150 centimetri, non rientro nella media delle stature femminili, che vanno dai 157 ai 182. Erano problemi, durante l’adolescenza. Quando ancora non potevo mettere i tacchi, entravo in bagno, srotolavo un intero rotolo di carta igienica e me lo infilavo nelle scarpe da ginnastica nella parte del tallone. Col peso, la carta si schiacciava diventando una specie di rialzo interno durissimo, come le orribili sneakers col tacco integrato che vanno tanto di moda adesso. Le ho inventate io, ma non ho mai avuto fiuto per gli affari. Adesso starei scrivendo questo post dal mio attico di Miami, invece che dal mio primo piano di Macerata, ma va bene così.
Insomma, giravo con le mie Fila truccate che mi facevano un male cane, ma era un male necessario, quei tre centimetri in più erano basilari. Per sentirmi meglio, più alta, più bella. Per arrivare almeno alla spalla del ragazzo che mi piaceva. Ma non funzionò lo stesso, pure con il tacco di carta igienica.
Poi arrivò il periodo delle zeppe. Ricordo un paio di scarpe estive orrende, interamente di gomma, nere, sabot, con una zeppa forse di 20 centimetri e i piedi perennemente lessati all’interno, però ero veramente alta, sembravo anche più magra, con le gambe più lunghe, una rivoluzione. Nonostante pure i muri sapessero che le zeppe accorciano, io niente, mi sentivo davvero figa e, guarda un po’, i ragazzi hanno cominciato stranamente a vedermi figa.
E più loro mi vedevano figa, più io facevo mio quel ruolo che non mi era mai appartenuto, tanto da trovare il coraggio di girare senza rialzi di alcun genere. Ero pronta per andare sulla bici senza rotelle.
Poi venne il motorino e la macchina e il Boeing 747, sto aspettando con ansia il giorno del Millennium Falcon.
Qualche mese fa, una persona, mentre parlavamo di cose completamente diverse, mi dice “ma lo sai che non sembri mica tanto bassa. Hai questa specie di aura che ti fa sembrare più alta”. Ha detto proprio così, aura, e io, dopo qualche secondo di esitazione, sono scoppiata a ridere, perché questa ancora non me l’aveva detta nessuno.
E ho pensato che aura, in fondo, è un po’ come dire bellezza. E la bellezza è fatta della stessa sostanza delle cose che pensi di te e delle cose che fai per te, ti si legge in faccia, appena sveglia dopo una notte insonne o tutta in tiro con tre chili di cerone.
In realtà, non ho la più pallida idea di cosa sia davvero la bellezza, ma prendere atto delle imperfezioni, farle tue, coccolarle anche, fartele amiche, prenderle in giro, sono tutte cose che la fanno uscire fuori (e gli levano le rotelle). Almeno, io sono partita da lì.
[Ho rivangato il passato e confessato la mia segretissima altezza perché hanno chiesto anche a me, come ad altre blogger, di parlare della campagna Dove – Beauty is a state of mind. E l’ho fatto con piacere. Il video è un esperimento, un patch che servirebbe a tutte. Tipo, in alcuni momenti non sarebbe male se andassi in giro completamente tappezzata di patch :)]
Pensa che la maggior parte delle tue coetanee la carta igienica la mettevano nel reggiseno. Carina la campagna Dove :)
E pensa ai poveri maschi, con la carta nelle mutande. Stavamo tutti sulla stessa barca, per fortuna ne siamo usciti.
(credici)
;)
Pensa a chi la carta igienica l’appallottola e se la mette da qualche altra parte…:-) Per me sei perfetta così. e poi adesso la moda scarpe è molto trampoliera. Volendo…;-)
Li metto i tacchi, li metto. Ma sto benissimo anche con le scarpe rasoterra ;)
Ho dieci milioni di altre fisime, ma insomma, uno sputtanamento all’anno può bastare.
:D
neanch’io ho brevettato gli slip con l’imbottitura di cotone. Che vuoi fare, gli attici di Miami si vede che non sono fatti per noi :-)
Ci riproveremo nella prossima vita ;)
Tu che sei nata sopra uno scoglio che ci si può tuffare e piano sei venuta giù, ma che bel sogno e c’era caldo…..insomma, la faccio breve, aura da fiore di maggio :)
…e da cuore di mamma :D
Se avessi un centesimo per ogni volta che mi sono sentita dire “Nella botte piccola c’è il buon vino!” (o la variante soft porno: “Donna nana, tutta tana!”), adesso ti starei scrivendo questo commento da… no, sempre da questo appartamento al piano terra, ché a Miami fa troppo caldo e il mio attico lo avrei già venduto!
Sono una nana da giardino dichiarata e devo dire che, in realtà, la cosa non mi ha mai creato particolari complessi, almeno a livello conscio, poi magari scopro che tutti i miei problemi irrisolti si legano a questo, ma per ora direi di no.
Sono la prima a fare battute sulla mia statura, purtroppo sono quasi del tutto allergica ai tacchi (ma ho passato anche io, alle medie, la fase “zeppe inguardabilI”… maledette Spice Girls!) e fino a metà delle scuole superiori non ero neppure una ragazza curata, non mi truccavo, mi vestivo da barbona (stile che ora definisco gentilmente “grunge”, riguardando le foto di quegli anni bui)… eppure all’altro sesso sono sempre piaciuta molto.
Ho avuto molti ragazzi intorno, negli anni, e spesso mi sono chiesta il perché.
Come ho scritto di recente, la percezione che ho di me stessa è ben lontana dalla definizione di bellezza, e lo dico con onestà.
A parte i difetti che oguno si trova (il naso, la statura, le gambe, ecc), non mi vedo armoniosa in generale, mi trovo “fatta male”, ecco.
Sono giunta alla conclusione che, forse, quello che agli altri piace di me è il modo in cui riesco a farli sentire, il modo in cui riescono a vedere loro stessi attraverso i miei occhi.
Ecco, la mia bellezza sta in questo, credo.
Dici niente!
Mi hai fatto ridere e ricordare una cosa che ho involontariamente omesso nel post. Le sabot nere di gomma, dietro la zeppa, avevano la scritta FORNARINA catarifrangente!
Le Spice Girls mi spicciavano casa :D
<3
<3 too
Dicono che la bellezza sia un concetto relativo e probabilmente è vero ma il bello è bello, punto. Può non piacere ma resta bello e il metro e mezzo o il metro e ottanta (letto come “ho tanta…” o “hot tanta”) diventa veramente un dettaglio.
Tu sei bella, punto. E l’aura sotto i talloni e le zeppe nel reggiseno sono veramente un dettaglio.
Ahahahah per fortuna non mi servono zeppe nel reggiseno, sai che dolori! :D
“Può non piacere ma resta bello” è quello che ho detto anch’io centinaia di volte contro tutti quelli che hanno definito “cagata di film” La Grande Bellezza :)
A me è anche piaciuto quel film…
E dire che invece io avevo una situazione opposta. Mia madre mi issava sulle Fornarina perché sembrassi più alta. Non c’era modo di convincerla a acquistarmi scarpe senza zeppa. Io – che pur avrei voluto essere cinque centimentri in più, ma non lo sono mai stata – desideravo soltanto essere il mio metro e cinquanta, smetterla di sentirmi minorata.
E poi Cla, altezza mezza bellezza, ma nella botte piccola c’è il buon vino, l’aura. ;)
A me non dispiace essere piccina.
Io adesso non riuscirei a vedermi diversamente :*
Quel video è fantastico. La parte più bella è l’ultima inquadratura, quella della donna più matura. Meraviglia.
Sai cosa dicono i toscani? Donna nana tutta tana… ;)
Lo so. Sono una brutta persona. :D
La sento da almeno 15 anni :D
Comunque sì, il video è mbello.
Sorella. Io niente carta sotto i talloni, né da qualsiasi altra parte, ma il problema (per me spesso lo è tutt’ora, specie a livello lavorativo, true story) dell’altezza lo conosco benissimo. Abbraggiamogi.
Ogni scusa è buona per abbraggiargi <3
Io lo ammetto: ti immaginavo piccola! :) Però forse non così :D
Ma l’altezza è un optional… E poi, pensa a mia nonna: era alta 134 cm ed è arrivata a 101 anni ;)
PS: lo stratagemma della carta igienica non l’avevo ancora sentito :D
Io sono alta un metro e settantacinque. Ci sono donne più alte, ma è comunque un’altezza ragguardevole.
E quando hai dodici anni e sei la più alta della classe, più alta persino dei maschi, non ti fanno passare niente, ti isolano.
Avevo pure le tette grosse.
Puoi immaginare che a dodici anni non ci si rende conto di certe fortune.
Ma sono bastati meno di due anni e tutto è tornato a posto, i maschi sono cresciuti, anche se solo in altezza.
Ma ci sei più vicina tu a quel benedetto millennium falcon, e pure di brutto.
Ti sorrido e ti abbraccio.
Oddio, per un giorno potremmo scambiarci, come in uno dei film cult degli anni ’90.
Aspè che non ricordo come si chiama. Ma forse non è tanto cult, però io me lo ricordo benissimo.
Vabbè :D