L’ananas tagliatA

Posted by on Giu 10, 2014 in Me, myself | 19 comments

La felicità è avere voglia di ananas e trovarlo al supermercato già pulito e tagliato a dadini in comode vaschette di plastica. “Ananas tagliatA”, c’era scritto sull’etichetta. Ho sorriso.
Al banco dei prodotti da forno, una commessa svogliata mi ha chiesto cosa desideravo, e non mi puoi fare una domanda del genere davanti alle crostate e alle focacce e ai panini al sesamo, cosa vuoi che ti risponda, commessa svogliata? Desidero tutto, impacchettami il bancone con tanto cellophane e spedisci a casa il prima possibile. Invece le ho indicato solo un krapfen e una donut, ma lei mi ha guardato come se, al posto di donut, le avessi detto sflajkyiopper, e allora le ho detto ciambella. Basta così? Diciamo che me le faccio bastare, come coi desideri.

Comprare mi dà soddisfazione, anche quando si tratta di spendere quattro euro e cinquanta. Spendere soldi mi fa stare bene, poter dire ecco, questi sono i miei soldi e decido di spenderli per un vasetto di basilico, un paio di scarpe, uno scrub, dal parrucchiere, in farmacia, in beneficenza o per un caffè alla macchinetta dell’ufficio che è davvero imbevibile. Dopo mi sento sempre meglio. Stranamente sto meglio anche dopo aver pagato le tasse o una multa o le rate del condominio. Non so, forse sono malata.

Quindi me ne andavo verso casa col mio bottino nel sacchetto bio, uno di quelli un po’ puzzosi, me ne tornavo a casa nel momento migliore del giorno, quando il sole non picchia più e all’ombra si sta da dio, quando la luce si fa arancione e gli azzurri diventano blu e i verdini diventano oni.

Ho sentito un violino lontano, due note un po’ stridule e poi più nulla. Mi è bastato sporgermi dalla ringhiera che si affaccia su una specie di foresta cittadina per vederlo lì, un ragazzo col suo violino su una panchina di pietra in mezzo agli alberi, su una stradina che porta al parcheggio.

Non aveva custodie aperte dove lanciare spicci, né cappelli rovesciati e neanche piattini. Stava lì e suonava. Gli ho fatto una foto col telefono, aspettando il momento in cui non passava nessuno che potesse prendermi per matta. No, è che in provincia ti prendono per matta per molto poco. Dovrei fregarmene, ma vabbè.

Gli ho fatto una foto per rubargli un po’ di poesia, perché in questo periodo mi manca molto la poesia, non c’è o, come spesso succede, io non riesco a vederla, allora quelle rare volte in cui mi capita di essere raggiunta dalla poesia, ho bisogno di fermarla in qualche modo, con una scusa banale, come se fosse un tipo che ti piace e lo incontri per caso e ti inventi qualsiasi cosa per tenerlo un po’ lì con te.

Io con quelli che mi piacciono sono sempre stata imbranata, e anche con le foto, perciò ho catturato ben poco, ma appena arrivata a casa mi sono fiondata sull’ananas tagliatA a cubetti e direi che per oggi va benissimo così.

19 Comments

  1. E io direi che qui c’è tantissima poesia, sai Cla?
    Bacio cara, sempre bello leggerti!

    • Devo fare scorta per i momenti di magra :)
      Grazie, Miss. Bacio

  2. Insomma, un bel pomeriggio. Tranne che per l’ananas.

    • Però era buonA :D

  3. Gliel’hai rubata e l’hai data a noi.
    La poesia, non l’ananas :)

    • No, infatti, mi scoccia sempre un sacco dividere la roba da mangiare con gli altri :D

  4. Come ti capisco. A me capita al banco del salato. Mi incarti due bancali di rustici, uno di teglie di pizza. Credo che fino a stasera ci arrivo.
    Tra le tante dicotomie scopro anche quella del genere dell’ananas frutto. Ero rimasto al genere di “ascensore”. Ché parecchi lA chiamano.
    La poesia. Io parlo del bello, ma credo che abbiamo in testa qualcosa di simile, quando usiamo queste parole. A me capita addirittura di non accorgermene. Quindi sii lieta, e tieni strette le fermatempo che ti ricordano la poesia che hai visto. Preoccupati quando non ne vedi per un po’ di tempo. Ché non è che sia scomparsa, è che tu non la vedi… :)

    • Sì, infatti. Ormai so che ho questa malattia ciclica che passa da sola :)
      Sulla questione “ascensore” ci ho perso una giornata intera discutendo con un’amica che, anche lei, lA chiamava :D

  5. A me la poesia manca da sempre, nel senso che non l’ho mai avuta, forse perché non la capisco. A meno che per poesia non intendi una fetta di ananas. In quel caso io parlerei di musica.
    Il dubbio sul sesso dell’ananas, mi ha fatto fatto venire in mente quello sull’euro… odio chi dice “euri”!

    • La poesia è tutto un insieme di cose che spesso io chiamo bellezza, come diceva anche Max qualche commento più giù. Comunque l’ananas emette una musica meravigliosa, hai ragione. E “euri” non si può sentire però, ammetto, ogni tanto per scherzo lo dico anch’io :D

      • Ma tu puoi dire tutto, anche ananasse o eury.

  6. basta leggere queste tue righe per capire che tu la poesia non solo la vedi, la percepisci, soprattutto la sai trasmettere. E pazienza se la foto è venuta sfocata, fondamentale è che tu abbia provato il desiderio di catturarla. D’altra parte la poesia è come un battito d’ali, la guardi e sfuma via.
    BuonA ananas
    ml

    • Grazie, Massimo.
      Forse vorrei averla come costante nella mia vita, ma poi sono sicura che mi stuferebbe, quindi forse è meglio tenerla così, sfuggente :)

  7. Sarà stata un’ananas femmina.

    • E infatti quando l’ho aperta, dentro c’ho trovato un uovo.

  8. ho visto il violinista, non è poi male la foto!

    • ahahah grazie! ;)

  9. Personalmente non capisco la poesia.
    Ma riconosco la poesia nella prosa. E qui l’ho riconosciuta. Diciamo anche che ti ho riconosciuta.

    • Ma tu mi riconosceresti anche in una prosa incasinatissima e piena di refusi <3

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