Pure internet, alla fine, è magia

Posted by on Ott 12, 2014 in Me, myself | 4 comments

Sto in questo autobus enorme a cercare di scrivere un post a caldo, nonostante i 7 gradi dell’aria condizionata, la ragazza che mi russa a fianco e la radio che passa Eros Ramazzotti. Prendere i bus per fare lunghe tratte che con il treno richiederebbero dieci cambi, mi fa sentire una di quelle vecchiette che vengono spedite dai parenti facendosi assicurare dall’autista che non le perderanno d’occhio. Eppure, sono sempre pieni di gente di qualsiasi tipo, ma forse è solo perché mi ricordano le gite ai santuari religiosi, non lo so. Poi ci penso.

Insomma, sto tornando da Pisa perché durante questo weekend c’è stato l’Internet Festival. A Pisa, ci ero già stata due anni fa per lo stesso motivo e sono stata felice di ritrovarla esattamente uguale: solare e un po’ umida.

È un periodo strano, di grandi entusiasmi alternati a grandi mancanze. Se mi piacesse usare le metafore stra abusate,  quasi  potrei dire di trovarmi su un ottovolante, ma vi risparmio. Quindi sono venuta a seguire il Festival, che trovo tra i più interessanti in circolazione, tra il mio dio, lasciatemi morire sotto al piumone e che figata non  vedo l’ora.  Più che ottovolante, quindi, oserei dire schizofrenia.

Però è stato bello, ho definitivamente capito che a me, dei dati, degli algoritmi, le analisi, il mercato, quello che c’è dietro e quello che c’è sotto, non me ne importa assolutamente nulla. Le uniche cose che mi interessano sono gli strumenti e le persone che li usano. D’altronde, non sono mai stata una bambina che sventrava gli oggetti per capire quello che c’era dentro, sono sempre stata più interessata alla magia.

È stato confortante vedere che ci sono tanti ventenni che non usano la Rete solo per fare selfie o messaggiare incessantemente su whatsapp (quella sono io), ma si interessano alle cose, a come poterle usare al meglio. Un po’ di sconforto, invece, perché, dopo quattro giorni, ancora non riuscivo a capire come trovare gli eventi sul libricino.

Ma passiamo alle persone e alla magia. Ho rivisto, dopo 14 anni, una persona importante che avevo conosciuto su ICQ e che per un po’ ha fatto parte della mia vita da diciassettenne complessata. Cercare di raccontarsi 14 anni in un’ora davanti a una birra è stato più bello e più semplice di quanto potessi immaginare. Tra l’altro, mi sono resa conto di non aver mai perso davvero nessuno di importante, sono sempre rimasti tutti, nonostante gli anni, i chilometri, le cose in mezzo, e di questo sono felice.

Pensavo di non trovare nessuno, invece ho rivisto bella gente, anche solo per un paio di abbracci e conosciuto due donne bellissime e altissime che voglio rivedere (ma stavolta mi metto i tacchi).

E poi credo di aver trovato un amico, ma questo lo scopriremo solo parlando.

“L’uomo è ancora il più straordinario dei computer”, dice il trasferello dell’IF mezzo scrostato che ho sul polso. È una citazione di JFK e io ogni volta che me la guardo penso “cazzo, se hai ragione”.

4 Comments

  1. certo che andare all’IF con il pullman perché con il treno sarebbe un viaggio infinito da dove sei tu, solo da noi, eh.

    • In effetti :)
      Però, sai, il limite invalicabile degli Appennini…

  2. Capisco. Nessuna città è collegata male quanto quelle in Toscana.

    E poi mi piace la citazione sul tuo polso. Calza a pennello le discussioni che ho avuto questo pomeriggio a proposito delle macchine e degli uomini che le progettano e che le usano.

    • Dorothy, quanto mi manchi. Poi arrivo a leggermi un po’ di fatti tuoi <3

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