Sisina

Posted by on Lug 7, 2016 in Me, myself | 11 comments

I gelati li fanno sempre più piccoli. Non so se i miei ricordi siano falsati dal fatto che i cornetti, nelle mie mani di bambina, sembravano enormi, ma secondo me no, erano proprio più grandi. Anche le coppette. La Coppa del nonno è diventata una tazzina di caffè che per soddisfarti ce ne vorrebbero due (per me che non mi basta mai, facciamo quattro).

E mentre mordo l’ultimo pezzo di cialda ripiena di cioccolato, mi rivedo prendere lo zaino e riempirlo di cose. Una torcia, la bottiglietta d’acqua, un panino col prosciutto, merendine, un libro e uno di quei videogame portatili che ti regalavano coi fustini del detersivo. Tutto l’occorrente per una lunga escursione in bicicletta di diversi giorni che facevamo solo nelle nostre teste, perché poi al massimo durava un pomeriggio, giravamo per le vie del paese prediligendo le strade sterrate, quelle che si riempiono di pozzanghere quando piove, ma tornare a casa con la bici e le scarpe inzaccherate di fango era una grossa soddisfazione. Volevamo essere un po’ Goonies, a caccia di tesori nascosti, ma al massimo ci ritrovavamo a pedalare inseguiti dai cani.

Una delle tappe fisse di questi giri era una vecchietta che vendeva le granite. Le granite di Sisina erano una delle cose più insipide mai assaggiate. Un bicchierino ripieno fino all’orlo di acqua ghiacciata e sciroppo alla menta o all’amarena. Mamma aveva anche il tritaghiaccio e le sue sì che erano granite come si deve, ma quelle di Sisina erano quelle di Sisina. Le teneva nel suo freezer. Tu bussavi alla porta di casa sua, al piano terra, chiedevi la granita e lei apriva il freezer e te ne prendeva una. Per staccare il blocco di ghiaccio dal bicchiere, dovevi scaldarlo un po’ con le mani e schiacciare dal basso, e puntualmente ti finiva a terra, ma tanto costavano così poco, tipo 200 lire, e quindi anche i più poveri tra noi potevano permettersene un’altra. A quelli poveri poveri, gliele compravamo noi che eravamo meno poveri.

Chissà cosa succederebbe oggi, se un bambino andasse da sua madre a dire “ho comprato una granita da una vecchia che le prende dal suo freezer”. Minimo una petizione su Change.org e gogna pubblica nel gruppo Facebook Sei di Nomecittà se… e ovviamente i NAS.
Chissà cosa succederebbe oggi se mi riempissi lo zaino di generi di sopravvivenza e me ne andassi un pomeriggio in giro a farmi inseguire dai cani.
Magari trovo il tesoro di Willy l’Orbo.
Oggi mi manca Sisina.

11 Comments

  1. Per staccare il blocco di ghiaccio dal bicchiere, dovevi scaldarlo un po’ con le mani e schiacciare dal basso, e puntualmente ti finiva a terra […]
    Come col Calippo, insomma.

    • Esatto. Era un calippo dei poveri ;)

  2. L’effetto “rimpicciolimento mentale” lo constatai anni fa sui Lego.

    Per il resto, il tuo racconto sembra una storia di Ammaniti: oggi quale genitore post “Chi l’ha visto?” lascerebbe la propria bambina in giro da sola?

    • Eppure nei piccoli paesi succede ancora :)

  3. “Mamma, mi si sono ristretti i gelati” potrebbe essere il titolo di un film ;)

    • (Che genialata quel film) ;)

  4. Bisogna che compri un tritaghiaccio! Ti aspetto ;)

    • Porto lo sciroppo di amarene :)

  5. Eh ma così sembri vecchissima

    • Sembro? :)

  6. Bellissimo e nostalgico questo post, cara Claudia.
    Tu hai un solo difetto: scrivi troppo poco!
    Un bacione!

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