Così è

Posted by on Set 29, 2016 in Me, myself | 7 comments

Quando ha suonato la sveglia erano le 5:45 e io già non dormivo più da un pezzo. Un’ora dopo ero vestita e truccata, con la matita occhi in borsa, quella che mi porto dietro per ritoccarmi il trucco quando sto fuori tutto il giorno, ma che poi resta lì perché in fondo chi se ne frega.
Metto le Converse, mi guardo allo specchio: sono bassa. Ma tanto sono bassa anche coi tacchi, tanto vale stare comodi, oggi.

La mia vicina di posto studia un libro forse di giurisprudenza, sottolinea tutto in giallo, tutto tutto, pure le note, io la guardo per un po’ come si guardano i quadri che non capisci, poi mi dedico a cose più piacevoli, tipo scattare foto fuori dal finestrino o leggere il nuovo libro di Foer, ma lei ora sottolinea con l’evidenziatore giallo e legge tutto a bassa voce, tutto tutto, ha una voce tipo nenia e a me viene sonno e allora dormo. Ogni tanto mi sveglio e tiro fuori lo specchietto per cercare di capire se ho sempre la mia faccia. Ho sempre la mia faccia.
Scendo dove devo scendere all’ora in cui devo scendere. C’è il sole e il venticello e ho silenziato tutte le chat. Il mio telefono continua ad emettere messaggi senza suono, come un amico rompicoglioni che parla ininterrottamente di cose di cui non te ne frega un cazzo e tu gli vedi solo muovere la bocca mentre pensi che devi comprare la carta forno che è finita.

Devo prendere un autobus e scendere in una piazza. Posso farcela. Tutte le altre volte ho fallito, scendendo molto prima o molto dopo, ma oggi sento di potercela fare. Infatti ce la faccio.
Salgo in macchina, ci salutiamo, non c’è parcheggio. Non c’è mai parcheggio in questa cazzo di città, eppure resta la mia preferita, ma forse perché non devo parcheggiarci.
Troviamo un parcheggio, troviamo un bar, metto un’intera bustina di zucchero di canna nel mio caffè, ma tanto è di canna. E comunque prima ne mettevo una e mezza.
Parliamo delle cose tue, delle cose mie, come forse non abbiamo mai fatto. Gesticoliamo. Io gesticolo e lo so, ma non avevo mai notato quanto gesticolassi tu.
Ti chiedo se vuoi fumare, dici di no, io fumo. Ne fumo tre. Ma da domani smetto.

Paghiamo i caffè nel chioschetto coi baristi più lenti della storia. Poi ci si mettono pure le donne di mezza età col rossetto rosa pastello che vogliono lo spritz epperò col limone che lo so che ci si mette l’arancia, ma a me piace il limone e mi può dare anche delle olive? Però nere.
Tamburello con le dita sul bancone, ho fretta di non andare da nessuna parte.

Ci viene fame a parlare delle cose nostre, quindi mangiamo una di quelle porcate unte e buonissime che io non riesco mai a finire perché mi scoccio dopo un po’, coi miei morsetti minuscoli mi casca tutto il ripieno a terra, e allora finiscilo tu. Lo finisci tu.
E un altro caffè e un’altra sigaretta.
E poi un’altra al sole, a guardare le canoe e a leggere i muretti. Il muretto ci ha detto “no davvero!” chissà chi e soprattutto perché uno dovrebbe scrivere no davvero! col pennarello blu su un muretto di un ponte. Per farcelo leggere, probabilmente.

Silenzio, sole, zingari, gente che passa e chissà dove va. Ma soprattutto silenzio. Penso che la mia vita sia un film girato contemporaneamente da Özpetek, Almodovar e i fratelli Vanzina. Un completo caos in cui si alternano scene di quotidiana anormalità, tragedie, e ogni tanto qualcuno che va a sbattere contro una porta a vetri e tutti intorno ridono.

Nel mentre mi dici che a volte sono una bambina di 5 anni e voglio il palloncino e sbatto i piedi finché non me lo comprano. Ti do ragione. E allora forse questa vita qua non so se sia colpa dei palloncini, ma credo che in qualche modo c’entrino anche loro. Ma a me piace così. Amo che sia così. Metti che mi capitava una vita girata da Sofia Coppola.

Torniamo dove devo tornare.
Ormai le cose tue e le cose mie sono finite, allora parliamo delle cose degli altri.
Ci salutiamo.
È allo stesso tempo un addio e un arrivederci, che sembra assurdo come lo siamo noi.
E infatti così è.

7 Comments

  1. Cla, chiunque sia lo sceneggiatore, tu sei una ragazza dai grandi entusiasmi e dai molti interessi e questo è bellissimo secondo me.
    E leggere i tuoi scritti è sempre piacevole, sembra di vederti.

  2. Il modo che hai di scrivere trascina. Potresti parlare del nulla per ore e io non penserei alla carta forno che è finita.

    • <3

  3. Non so spiegarmelo, ma il post lo leggerei col sottofondo di “Prendila così” di Battisti.

    • Già, direi che ci sta alla perfezione.

  4. Bello rileggerti dopo tempo, mi piace il tuo stile senza ammicchi, tu non vuoi l’applauso del lettore se non per come racconti. E allora io applaudo (credo che il merito della tua vita sia aver scelto ozpetek come regista, i vanzina no, dai)
    ml

    • Grazie Massimo. Vorrei farlo di più, sicuramente mi servirebbe, come mi piacerebbe avere modo e tempo di rileggere i blog come facevo un tempo :)
      (Magari anche rispondere ai commenti non dopo un mese)

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