Avete presente quando vedete una luna enorme, perfettamente rotonda e gialla che quasi illumina a giorno e pensate “che meraviglia, scatto una foto”. E poi scattate questa foto che è tutta nera con un puntino minuscolo, beige scolorito. Mi capita sempre, tutte le volte, so che trasformerò la luna in un puntino insulso nel cielo, ma voglio intrappolarla lo stesso.
Quando il saggio indica la luna, lo stolto scatta una foto che sarà una merda (semicit.).
Alcuni rapporti sono come la luna, funzionano finché li contempli da lontano, finché li lasci nel cielo in mezzo alle altre stelle, sai benissimo che non puoi andarci più vicino, che non puoi tirarli giù dal cielo, che se solo li imprigioni in una cornice perdono tutto quello che ti ha fatto pensare “che meraviglia, scatto una foto”.
Eppure.
Eppure ho sempre voglia di catturare l’impossibile. Di vedere cosa succede anche se so già cosa succede.
Non fare domande di cui sai già la risposta. E invece le faccio.
Non svegliare il cane che dorme. E invece lo sveglio.
Non dire quattro se non ce l’hai nel sacco. E invece lo dico, e anche cinque e sei e riesco a dire fino a cento.
È una vita durissima. E odio i proverbi.
Eh.
“sai benissimo che non puoi andarci più vicino, che non puoi tirarli giù dal cielo, che se solo li imprigioni in una cornice perdono tutto quello che ti ha fatto pensare “che meraviglia, scatto una foto”.
Eppure.”
<3
(Commentare un post citando il post stesso non è un vero e proprio commento, lo so, Ppì, scusa. Ma questa frase, questa qui, mi ha dato un colpo proprio in mezzo al petto e quindi non poteva restarsene lì, ho dovuto isolarla, rileggerla anche fuori contesto e niente, SBAM!)
❤️