Spesso compro jeans che poi dimentico nell’armadio. Restano lì per settimane, a volte per mesi, poi ricordo di averli e mi dico che forse, avendoli comprati, dovrei anche metterli. Prima di mettere i jeans che compro, di solito, li devo portare dalla sarta a fargli la piega. Con la piega dei miei jeans si potrebbe creare un altro jeans, perché io non c’ho lo stacco di coscia di due metri, io a due metri non ci arrivo neanche tutta intera sul tacco 15, per dire.
La mia sarta non lo so come si chiama, secondo me si chiama Lucia, o Maria, o un altro nome antico da bibbia. La prima volta che andai nel suo laboratorio erano gli inizi di settembre e lei stava china sulla macchina da cucire, col piumino addosso, con radiomaria in sottofondo. Una timorata didddìo. Veramente anch’io avevo un po’ di timore perché mi parlava strano, con la voce flebile e allora anch’io le rispondevo strano, con la voce flebile. Due deficienti, praticamente.
Poi ci sono tornata diverse volte, è brava la mia sarta, anche se è una fan sfegatata di Padre Livio.
Un mese fa le ho portato tre jeans, di cui uno appena comprato e due invecchiati, tipo che erano del ‘98, ma non so di quale cantina. E lei mi fa va bene, torna venerdì prossimo (immaginatevela con la vocina flebile).
E io ci sono tornata venerdì prossimo. Chiuso. Mercoledì pomeriggio. Chiuso. Giovedì mattina. Chiuso. Un giorno a caso in un’ora a caso di una settimana a caso. Chiuso. Non c’è un cartello, né un’insegna, né un telefono.
Ho perso la sarta e i miei tre jeans.
Io quando non riesco a rintracciare qualcuno per così tanto tempo, penso subito alla Sciarelli. La Sciarelli che si collega in diretta con casa mia e io sto lì, seduta sul mio divano, con la faccia sconvolta dalla perdita. La Sciarelli mi chiede se conoscevo la sarta e io dico sì che la conoscevo, era la mia sarta! Che poi quando uno scompare non sai se parlare al presente o già al passato. E poi la Sciarelli mi chiede di fare un appello, se voglio. E io certo che voglio!
Ciao Sarta, se sei in ascolto, torna a casa, ti prego. Non importa se hai sbagliato la piega ai miei jeans e sono diventati dei pinocchietti. Non importa neanche se hai cambiato per sbaglio stazione FM e sei capitata su Virgin Radio. Tutto si può risolvere, ma ti prego, torna a casa.
Grazie Sciarelli per quello che fate. Colgo l’occasione per salutare tutti i miei amici di feisbuc, di frendfid e tutti quelli che leggono il mio blog. Ah, faccio tanti auguri per i 30 anni di matrimonio di mia zia Concetta e Forza Lazio!
14 Comments
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- My 7 links – a volte ritornano « Claudiappì - [...] Un post che non ha ricevuto l’attenzione che meritava Ho perso la sarta e tre paia di jeans. La…
Quando leggo queste cose ti invidio perchè vorrei pensarle anche io. Mi piacerebbe avere pensieri che funzionano già così come sono per un’eventuale spettacolo comico di cabaret teatrale. Credimi, è difficile! Il mio regista ci impiega mesi!
Guarda, io vorrei avere te, seduta sulla mia scrivania, che mi fai da coach motivazionale. Se mai dovessi diventare ricca, un giorno, ti ingaggio. :*
Sei una forza della natura,mi piace tanto quel che scrivi,ti adoro anzi ti amo follemente…
uh, commossa io *__*
Cla’
ti adoro!
Ah…. ma chi cavolo è zia Concetta?
:)
una zia a caso, ZiaLina, ZiaSabbbella e Zietta hanno detto che non le posso citare nel blog :P
Che bello, che tenerezza, un post per la propria sarta! Son figure che spesso passano in secondo piano, voglio dire, uno non è che ci va dalla sarta con la stessa frequenza con cui passa dal verduriere o si ferma dal tabaccaio. Ma come faremmo noi senza sarte? Coi pantaloni tanto lunghi da strascicar per terra (a me non capita mai, sigh!) o camicie larghe che paiono spinnaker (qui mi ci vedo a pennello invece). No no, viva le sarte e buona fortuna nella ricerca!!
La prossima volta scriverò un’ode al mio calzolaio ;)
‘O RAP ITO IO L A TU A AMA TA SaRTa. SE Vuoi RI VEDE RE LA SARTA DEI TUOI SOGNI fai come TI DiCo:
Lascia nel cestino al parco i seguenti oggetti:
1) cappello con pon-pon
2) guanti tagliati sulle dita
3) calzettone da montagna con fuori il pollicione
4) infadito verde
5) mutandone di lana usate almeno 5 giorni
(e non dire che non le usi perchè le usi!)
tutto cio’ per la mia raccolta fetish 2011.
Fai come ti ho detto e nessuno si farà male e fallo in fretta perchè la sarta mi sta sviluppando la sindrome di stoccolma per il suo rapitore.
Mistery M.
le mutandone di lana le uso, ma 5 giorni è dura! Cmq per la mia sarta farei di tutto, ci vediamo martedì al parco.
padre livio immaginare lo posso chi sia.
Però anche tu… non ci si fida di quelli timorati diddìo, tsk.
Ruberesti mai una borsa?
Affideresti mai qualcosa al Papa?
Al papa sì, affiderei una bomba ad orologeria. :P
ahahahahah si è rifatta il guardaroba!! Ma poi? Ci hai provato a ripassare?
Sisi, dopo millemila giorni l’ho ritrovata lì :)