Eccomi, ero fuori. Qualcuno mi ha cercato?
In questi giorni non ho potuto scrivere, ero in luoghi impervi dove non c’era connessione. Era caldo, tanto caldo. E ho avuto da fare, tanto da fare.
Ok, sono andata in giro per saldi e poi al mare, ma prima ho partecipato ad uno spettacolo dove mi è capitato il peggio che ad un cantante possa capitare: avere dei tecnici del suono incompetenti.
(Oddio, ho usato la parola cantante riferendomi a me stessa, qualcuno mi abbatta prima che sia troppo tardi)
Come già accennato qui, ho dovuto partecipare ad uno spettacolo in cui prima dovevo cantare solo la Mannoia, poi si è aggiunta anche Mia Martini. Di Almeno tu nell’univerZo non sapevo se fare la versione originale o quella di Elisa, poi ho optato per la prima, ché Elisa è ancora in vita e avrebbe potuto facilmente venire a picchiarmi appena scesa dal palco. Sono una persona previdente, io.
Durante le prove generali saltava continuamente la corrente e questo mi avrebbe già dovuto mettere in guardia. Mi apprestavo a fare l’acuto e stack! tutto down. Mi rimettevano la base da dove ero arrivata, cantavo altre tre parole, sole cuore e stack! di nuovo tutto rott. Qualcuno ha anche provato a rassicurarmi dicendo che quando le prove generali vanno così male, non c’è pericolo, lo spettacolo sarà un successone. E io, vabbè, sarà.
Ecco, è il mio turno. Salgo gli scalini del palco, parte la base e mi accorgo subito, sin dalle prime note, che l’hanno mandata alla metà della velocità originale. Praticamente una moviola. Panico. Mando uno sguardo assassino ai tecnici, ma loro non colgono. Inizio a cantare. Mi dico, cazzo, adesso la stopperanno e riprenderemo da capo, partirà l’applauso del pubblico, una bestemmia mia e poi tutto come se non fosse successo niente. E invece no, l’ho dovuta cantare per buona parte così, da tagliarsi le vene. Poi di colpo la base è tornata a posto ed io ho dovuto accelerare per andargli dietro. Robe che neanche nei miei peggiori incubi. No, bugia, il mio peggiore incubo è scordarmi le parole e cominciare a fare na na na na na.
Ad ogni modo, applausi, ovazioni e complimenti. I veri duri si vedono nel momento del bisogno. Ah, non era così? Vabbè.
Dato che sono stata brava, dato che non sono salita sulla torretta dei fonici a strozzarli con il cavo del microfono nè mi sono messa a piangere invocando la mamma, sabato mattina mi sono svegliata di buon’ora per andare a fare quattro saldi. Tutti fanno veri affaroni con i saldi, tranne me. Io mi innamoro sempre di merce non in saldo, tipo le ultimissime collezioni arrivate il giorno prima in negozio. Sembra che quella roba lì mi chiami, che abbia un’aura luminosa tutt’attorno. E dunque, saldi un paio di palle.
Il week-end è terminato con un sacco di buoni propositi, manco fosse la fine dell’anno. Due fra tutti: imparare a giocare a biliardino e mettere sù un gruppo unplugged con mia sorella alla seconda voce e mio marito alla chitarra. Io sono quella che gli porta le birre.
Dear Claud,
nu voruar saver qual’è il tuo abbigliamento da concerto.
Please produrre la diapositiva per il feticismo dei tuoi fans.
eh, caro Moka, infatti volevo corredare il post con le foto, ma il mio agggente ha detto che non si può. Al prossimo concerto, però, riservo un posto in prima fila per i miei fanZ, promesso ;*
Giurin giuretta che la prossima volta faccio un bootleg in barba al tuo aggente e lo vendo su e-bay.
Complimenti per il self-control, io avrei tirato su un casino che manco Marylin Manson strafatto di coca …
Il bello è che prima della serata, con mio marito scherzavamo sui vari comportamenti da star ed io ad un certo punto ho detto “ti immagini se arrivo dicendo no scusate io ho i miei fonici di fiducia?”
Ecco, appunto, era meglio. :)
Scrivi da dio…
Grazie miki ;)