Ogni tanto, a casa, venivano a trovarci delle amiche dei miei genitori. E cucinavamo i saltimbocca alla romana, ogni volta, perché loro erano romane e mamma non li cucinava mai, lo faceva solo quando c’erano loro. Non venivano spesso, però forse una volta all’anno sì. E dormivano su, in mansarda. Le amiche dei miei stavano insieme, ma proprio insieme insieme, erano una coppia. Io sono sempre stata una bambina perspicace e l’avevo capito subito, molto tempo prima che i miei me lo rivelassero. E le adoravo, perché venivano dalla città e parlavano con un accento diverso dal mio e avevano i tatuaggi.
Quando uscivano di casa tutti quanti, salivo la scala a chiocciola e andavo su a curiosare nei beauty case, sentivo i profumi delle creme, mi provavo uno dei tanti Swatch che si portavano dietro, immaginavo di averla io, una collezione di orologi tutti colorati, e anche i capelli corti e i tatuaggi. Mi spruzzavo un po’ di Musk di Alyssa Ashley e tornavo a fare le mie cose, come se non lasciassi la scia profumosa dei miei misfatti.
Erano gli anni ’90 e mi sembra passata una vita. Non ricordo le discussioni a tavola, probabilmente perché non potevo capirle, ricordo le risate, loro che giocano a carte, quello sì. Però ho respirato quell’aria, l’aria della normalità. E sono cresciuta così, con quest’ovvietà che se due persone vogliono stare insieme, ci stanno. Se vogliono amarsi, si amano. Se vogliono mettere su famiglia, la mettono. Due uomini, due donne, un uomo e una donna e tutte le altre varianti del caso.
È così semplice e naturale che non riesco davvero a capire perché molti non ci arrivino, perché si ostinino a negare, limitare, intralciare.
Non capisco perché ancora mi tocca leggere di devianza, di va bene tutto ma il matrimonio no, di va bene l’unione civile ma i figli no.
Ci sono già famiglie omosessuali, da tempo. E ci sono già famiglie con figli, che ci siano le leggi oppure no, che tu che scuoti la testa lo voglia oppure no. Ci sono figli che respireranno la stessa aria di normalità che ho respirato io e, per fortuna, ancora di più. Figli che non saranno gay solo perché lo sono i genitori, e pure se fosse, non avere paura, il genere umano non si estinguerà.
E sì, ok, magari verranno additati perché hanno due mamme o due papà, come si additavano i figli dei separati quando ero piccola io, ché i bambini di genitori divorziati vengono su delinquenti e turbati, si diceva.
Ma pazienza, direi che possiamo limitare il rischio partendo da noi, da adesso. Io sono partita un sacco di anni fa, da un profumo al muschio bianco.
A parte che ohi, quello è il mio deodorante preferito. *_*
Comunque sì. La penso uguale.
I bambini sono pronti per due mamme o due papà. Sono gli adulti a non esserlo.
Infatti. Gli adulti hanno questo brutto vizio di nascondersi dietro a un dito.
Ecco scoperto perché prima di andare via mi regalavano il profumo di Alyssa Ashley. Te lo finivi e pensavano fossi io!!!! Ma quanta vita c’è, a volte, in un profumo.
Ti adoro Claudiappì.
Eh, ogni tanto si scopre qualche altarino, qui.
Buona giornata, Navemossa! ;)
Io continuo a chiedermi come mai altri Paesi si stanno muovendo o si sono mossi nella direzione del riconoscimento del matrimonio gay e addirittura dell’adozione di figli da parte di coppie gay, e hanno cominciato il superamento dell’ostacolo a partire dalla legislatura (ché poi le leggi sono una cosa. La mentalità corrente è un altro affare), mentre questo, di Paese, non solo è restìo alla sola idea dei diritti civili di una coppia gay, ma sta addirittura retrocedendo sulla questione mentalità corrente. Da qualche anno le notizie su aggressioni a gay si sono moltiplicate. E si stanno moltiplicando le reazioni alla ‘se lo sbandieri te lo vai a cercare’. E non nei piccoli paesi. Nelle grandi città. Sono cose che una, ogni tanto, si chiede. Anche con un po’ di preoccupazione, per un bel po’ di gente che conosce…
Non lo so. È che ci piace pensare che la colpa sia della religione, del fatto che il Papa giochi in casa. Non credo che dipenda da quello, non solo, credo piuttosto che noi Italiani siamo ancora dei pecoroni, abbiamo ancora tantissima paura delle diversità, e ci piacciono le situazioni comode, le situazioni in cui non bisogna combattere per qualche ideale, perché il proprio ideale è esattamente uguale a quello della maggioranza. Siamo pigri. Pensare che sia una malattia o una devianza, perché magari così hai sentito in famiglia e tra gli amici, è più facile che mettere in discussione tutto e tutti.
Anche io penso che la chiesa sia un ottimo alibi, ma ho la sensazione che più che una questione di pigrizia ci sia proprio un problema di vigliaccheria. In fondo è un argomento che non ti tange, quando sei eterosessuale. E fino a quando non ti tange personalmente, non hai proprio voglia di metterti a discutere con chi fa discorsi del cazzo (scusa il francesismo). Nemmeno a me va di mettermi a discutere con chiunque intavoli discussioni sull’argomento, a dirla tutta. Anche se ci sono dei momenti in cui, ecco, non si può stare zitti. Ma io ho dovuto pure spiegare a mia madre che l’omosessualità del suo figlio maschio non era un problema, ed è stato faticoso. Così faticoso che comprendo un po’ chi non vuole mettersi a discutere con i familiari per quieto vivere. lo scontro con le mentalità consolidate è sempre devastante. È più semplice cercarsi realtà dove non sei messo in discussione, invece di creare uno scontro del genere. Ancora più facile sarebbe pensare che nel mondo alla gente non interessa nulla dell’omosessualità altrui, delle sue abitudini, delle persone con cui passa il resto della sua vita, e persino delle sue maternità e paternità. Ma l’essere umano è imperfetto, da solo non ci arriva. Putroppo è a questo che dovrebbe servire una legge. A stabilire una volta per tutte un parametro uguale per tutti. Se non ci arrivi da solo, esiste una legge. Poi mi sa che sto straparlando.
No, mi sa che stai dicendo cose giustissime.
Chi la chiama “Devianza” è rimasto al DSM-3 quindi al 1973 dove l’omosessualità era tra le parafilie e qualcuno pensava pure di poterla curare :D Probabilmente era questa l’aria che respiravano queste amiche, mentre, a casa vostra c’era solo quel profumo di intima accettazione e di comunità dalle note di muschio ;)
Ti svelo un segreto di Pulcinella. Ancora oggi l’omosessualità è annoverata tra le malattie che danno diritto a un’invalidità civile. Non è ancora stata cancellata. Pensa un po’…
Questo non lo sapevo neanch’io.
Son cose che si scoprono per pura coincidenza. Uno nemmeno ci fa caso. Probabilmente neppure chi ha stabilito la normativa ci ha fatto più caso da quando sono stati decisi eoni fa i parametri per l’invalidità civile.
sì, questo è il mondo in cui viviamo u_u
sta cambiando però….lentamente, ma sta cambiando.
Sta cambiando da una parte, dalla parte degli omosessuali che decidono di esporsi, dalla parte dell’informazione che decide di parlarne sempre di più, ma la strada è ancora lunghissima.
Nel merito del tuo post, io credo che non siamo ancora pronti. Vedo ancora tanti, troppi pregiudizi rispetto ai gay in generale, figuriamoci rispetto ad eventuali figli. Ed è un peccato, perché tantissimi bambini potrebbero essere utilmente adottati. Ed è quindi giusto insistere e portare avanti pervicacemente l’idea che la base di una famiglia è l’amore e basta, in modo che un giorno non lontano i pregiudizi siano finalmente superati da una maggioranza più larga di quella odierna.
Il tuo link mi ha incuriosito, però, e sono andato sul blog che hai citato e ho letto con pazienza il post e tutti i commenti (137 al momento).
E’ stato un esercizio interessante. Mi è montata una rabbia pazzesca, poi è sbollita, poi è rimontata, e così via come quando impazzisce la maionese e ci aggiungi un uovo.
Non sono sicuro di aver capito l’obiettivo originale del post. Ma non credo che l’autore sia contro le unioni gay. Qualunque sia l’obiettivo, è evidente che uno dei mezzi per raggiungerlo è quello della provocazione, estrema. Questo è stato chiaro in un paio di scambi dove l’autore è venuto maggiormente allo scoperto. In particolare quando è stato accusato di distorcere una teoria sociologica in modo semplicistico e arruffone. Alla fine mi pare un po’ vittima di se stesso, costretto a difendere delle posizioni indifendibili. E mi fa un po’ paura, questo relativismo estremo. Perché si rischia di accantonare il buon senso in nome della pulizia del ragionamento.
No, infatti, non siamo pronti. Ma forse non eravamo pronti neanche alla minigonna, o all’aborto o al divorzio. Nessuno può dirsi definitivamente pronto di fronte al cambiamento. C’è tutto il periodo dell’assestamento che spero per noi arrivi presto, ma iniziamo, che diamine! :)
Per quanto riguarda il post linkato. ieri ero veramente incazzata. Non sono per la censura, ma credo che una persona dovrebbe pensarci molto bene prima di veicolare questo tipo di contenuti, che poi vengono letti da un po’ di gente che si accomoda ancora di più sulle proprie convinzioni assurde.
Le provocazioni mi piacciono molto, ma solo quando sono intelligenti e costruttive, non quando partono da assunti sbagliati e completamente fuoriluogo. Per provocare bisogna saperlo fare con cognizione di causa e in quel post non ce n’era nemmeno l’ombra, tant’è che non mi ha fatto riflettere, ma solo incazzare e rattristare.
Mi fa piacere sapere, invece, di essere circondata da persone come voi.
Io credo che se riesci a superare l’incazzatura e ti leggi i commenti, ne ricaverai qualcosa di buono. Sicuramente tanti spunti di riflessione. Perché insieme ai tanti che si sono accomodati sulle proprie convinzioni, ce ne sono alcuni che hanno provato ad entrare nel merito, spaccando anche il capello in quattro, e ci sono dei bei pezzi di ragionamento. L’autore scrive molto bene, non v’è dubbio alcuno, e questo aiuta. Certo, la provocazione è estrema. E comunque, gli sto rispondendo. Provo, almeno. :)
naturalmente, poi, che i bambini orfani possano crescere in orfanotrofi, magari circondati da suore e preti che sono quanto di più sessualmente malsano ci possa essere, non turba nessuno. Paese di merda. Odio i cattolici.
I cattolici sono una strana specie. Ti linko un bellissimo articolo che ho letto poco fa :) http://cronachelaiche.globalist.it/Detail_News_Display?ID=30699&typeb=0&Loid=194&Perche-sono-favorevole-al-matrimonio-tra-cattolici
fantastico
caro intesomale, hai un’opinione che condivido praticamente al 100%. permettimi però una precisazione, perché non si cada neppure dalla nostra parte nell’atteggiamento odioso di “fare di tutta l’erba un fascio”: anche io detesto l’istituzione cattolica e i suoi modi, ma ci sono cattolici e cattolici. Alcuni dei quali aperti al cambiamento, tanti dei quali- e li conosco di persona- che non ritengono un problema l’avere un figlio gay e che lo amano allo stesso modo. In tutte le categorie ci sono progressisti e secolari, persone aperte e persone chiuse, idioti e grandi pensatori.
Sì, sempre un’ottima cosa non generalizzare :)
Devo dire che io mi sono sempre sentita una privilegiata per aver avuto i genitori che ho avuto: anche io ho respirato quella normalità, una chiarezza in generale sulle cose tutte che erano ritenute scandaloso, tabú, non adatte a dei bambini. Io i miei non ho mai smesso di ringraziarli, e mai smetterò, per tutto questo.
(adoro muschio bianco)
Già, perché non dico tutto, ma molto parte da lì.
Credo che il post devianza che hai citato ed i commenti seguenti siano un sano dibattito sull’argomento e non come sempre citato dal post un monologo in stile fascista su un argomento (qualsiasi). Mi è sembrato di capire che il tema di partenza fosse appunto il secondo: ovvero la critica verso una visione acritica delle questioni sociali. Cosa purtroppo comunissima in questo paese.
Per il tema omosessualità, secondo me le regole fondamentale sono quelle di rispettare il prossimo e tutelare i più deboli, il resto viene di conseguenza.
Ci sono temi più o meno dubbi (almeno per me) come adozione, famiglia ecc. per coppie omosessuali in cui non è facile capire il confine tra bene per la coppia e bene per il bambino ma per il resto io non riesco a vedere differenze ed a comportarmi diversamente con chi è diverso da me.
Ed è così che dovrebbe essere.
Riguardo al post, credo che siano capaci tutti a dire “i negri puzzano” per generare scompiglio, o mettere gli omosessuali e i pedofili a mangiare alla stessa tavola, sarebbe capace anche mio nonno. Il sano dibattito, ripeto, nasce da una sana premessa. E quel post, a mio avviso, non lo è :)
Però se a te e ad altri ha fatto riflettere, sono contenta e sono contenta anche del fatto che abbia generato il mio, di post :)
Ammetto di non aver letto tutti i commenti ma almeno quelli che ho letto mi sembravano molto civili che si confrontavano su posizioni diverse. Non sono un sociologo quindi non posso valutare la correttezza delle premesse, ma solo l’idea secondo la quale alcuni conduttori (secondo me il tema principale era quello) prendono e difendono a spada tratta un argomento imponendo il loro punto di vista è sbagliato. Da li poi si è partiti con questa infelice associazione di devianza e associare pedofilia e omosessualità. Ecco lo ammetto sono ignorante e dovrei leggere di più, studiare un po’ e lavorare anche un po’ :)
Non serve, Mau. Non serve essere sociologi per capire che ha detto una sonora minchiata :D
Mi metto a lavoro anch’io.
ecco lo sapevo: ho detto una cazzata! DOH! :D
che bel pensiero, delicato, genuino, senza tante intricate elucubrazioni mentali. brava =)
La vita è gia difficile di suo, le elucubrazioni mentali la complicano. Mi piace scovare la semplicità anche dove sembra che non ci sia :)
E grazie.
amo entrambe le cose. ma essere semplici senza essere banali non è né banale né semplice. E prego. Non se ne può più di questa diatriba gay sì gay no basata solo su gradi discorsoni spesso illogici. Molto meglio lasciar parlare le immagini e i profumi
Sai cosa? Sarebbe meglio se a parlare fossero persone che queste cose le vivono davvero sulla loro pelle o comunque in maniera molto diretta. Che questo lo sentono davvero come un argomento da affrontare con serietà. Altrimenti si rischia di cadere nei discorsi da preti sulla famiglia e sul sesso, cioè, come dici tu, nei discorsoni teorici :)
esatto, ce ne sarebbero di cose da raccontare. Tante, belle, diverse da come (quasi) tutti le immaginano. Ti consiglierei alcuni miei post, se non suonasse un po’ autoreferenziale
Li leggo volentieri :)
http://edgeofgloria.wordpress.com/2012/04/18/inaspettato/
http://edgeofgloria.wordpress.com/2012/06/16/una-sorpresa-e-per-sempre/
e poi un po’ dappertutto, basta leggere tra le righe. Grazie per l’interessamento, a presto! =)
Ho letto. Soprattutto tra le righe ;)
ne sono contento, è quello che spera chi scrive tra le righe, anche quando si scrive in modo ironico o leggero. Spero di ritrovarti spesso!
Scritto molto bene. Argomento molto serio. Dico che chi si vuole bene e vuole vivere assieme deve poterlo fare. Non sono sicuro che affiderei dei bambini (non è un no, è un dubbio). Non per scene di giovarnardesche perdizioni. Solo perché non so se la società deve abituarsi usando i bambini come pionieri.
Pensiero comune e condivisibile, non da me, però condivisibile :)
Grazie, Mone :*
Aspetta: io non ho una posizione, una tesi, un voto. Ho dei dubbi che non vorrei liquidare troppo in fretta (vista l’importanza dell’argomento). Ma sul sentimento di normalità e sulla esigenza di leggi meno retrograde, mi sa che la pensiamo allo stesso modo.
Sì sì, non volevo liquidarti ;)
Riguardo ai figli e alla famiglia, il fatto è che davvero ci sono già, anche se non lo sappiamo o non lo vediamo o non vogliamo vederlo perché è più comodo, forse.
Pensa a tutti quei bambini figli di persone che si sono separate e hanno cominciato una nuova vita con persone dello stesso sesso, creando una nuova famiglia. E ne sono tanti, credimi.
Nessun bambino si può scegliere i propri genitori e infatti ci sono quelli fortunati, che capitano in famiglie fantastiche, e quelli molto meno fortunati, che si ritrovano genitori del cavolo. Parlo dei figli naturali, ma anche di quelli adottati, nonostante le sedute della famiglia adottiva con lo psicologo (figuriamoci).
Per questo non vedo proprio dove possano esserci differenze, ecco :)
Hai proprio ragione cara Claudia! Ben detto..
Grazie, Massimo :)
Non ce la faccio a leggere tutti i commenti adesso, dopo essermi già tormentata gli occhi al PC per l’altro articolo. Devo però dire che il tuo post mi è piaciuto davvero molto, perché credo che sia veramente genuino e in un certo senso molto più diretto dell’altro, probabilmente perché parli di una tua esperienza personale. Credo che alla fine le esperienze personali siano ciò che davvero conta e che solo loro possano cambiare lo stato attuale delle cose. E hai ragione a proposito del cambiamento: non si è mai del tutto pronti. Io ci provo a far capire alla mia famiglia che è davvero brutto chiamare gli etero “normali”, ma loro non lo fanno con cattiva fede. Semplicemente non vivono tutti i giorni questa presunta diversità come faccio io. Non sono pronti, come tanti altri, certo. C’era però una frase interessante, non ricordo più di chi: “Coloro che riflettono appieno prima di fare un passo resteranno tutta la vita su un piede solo”. Non potremo mai prevedere tutte le conseguenze del cambiamento, ma proprio per questo credo che dovremmo almeno cominciare da qualche parte.
PS: grazie davvero per quello che hai scritto =)
Mi piace moltissimo la citazione e mi trovi pienamente d’accordo.
Sai, edge, io cerco di parlare solo di cose che conosco perché le ho vissute, direttamente o indirettamente. Infatti, sarei una chiavica come opinionista nei salotti tv ;)
Ahahah! Meno male che qualcuno ancora si astiene da giudizi ex cathedra! Io cerco di fare lo stesso. Diciamo che di Signorini (& Co.) ci può bastare quello che c’è già ;)
Mah, io qualche anno fa ho visto in TV un’intervista ad un ragazzino spagnolo che viveva con una coppia omosessuale. Quando gli hanno chiesto se gli aveva creato problemi vivere con due papà lui ha ribattuto che no, anzi. Che i problemi loro glieli avevano risolti, perché ora non viveva più in istituto, aveva un tetto sulla testa, una camera sua, vestiti suoi, una vita sua, fatta di attenzione, amore, cura, di persone che lo portavano a vedere cose belle, che lo aiutavano nei compiti, che lo accudivano quando era malato.
Mi sembra tutto molto semplice.
In quanto al post incriminato, quoto il tuo commento sulla provocazione, compresa l’incazzatura. Che poi l’assunto sofistico in virtù del quale omosessualità e pedofilia sono entrambe devianze per i costumi culturali odierni, mentre invece nell’antica Grecia etc, porta dritto a baggianate argomentative del genere che allora i sacrifici umani sono una devianza perché culturalmente non accettabili al giorno d’oggi, ma che invece le civiltà Maya e Azteche eccetera.
Per dire che, quando si bara vergognosamente scindendo le parole dal contesto, ci si avvia verso una pericolosa deriva di imbecillità.
Già.
E mi sa che quel servizio sul bambino spagnolo l’ho visto anch’io. Io ho visto anche un servizio su due mamme francesi che avevano appena avuto una bambina bellissima, ma ancora non poteva parlare per dichiarare il suo malessere, intanto stava sbavettando su un libro di favole.
E comunque, tra qualche anno potremo sempre chiedere alle nipoti di Roberto Vecchioni :)
http://www.oggi.it/focus/personaggi/2012/06/26/francesca-vecchioni-figlia-di-roberto-ho-avuto-due-gemelle-con-la-mia-compagna/
gentile cp,
il post è un bellissimo disegno color pastello, senza marcature nette, senza ripassi a china per evidenziare i bordi, è un meraviglioso foglio ruvido, magari riclicato, dove il pastello si espande raccontando come una polaroid fuori fuoco o bruciata dal tempo, una memoria dei tuoi racconti.
E per come sai distinguere i particolari, senza però accentuare i contorni, dai la limpida sensazione di passeggiare nella tua vita, tra profumi e cucine, tra ricordi e scelte che ti distinguo ora per la persona che sei ed il tuo bel approccio al mondo.
Complimenti
Che bel pensiero, grazie. Una delle cose più belle che io possa provare è far arrivare le immagini agli altri esattamente così come le immagino io. E quando succede è fantastico :)