Oggi ho attaccato un bottone e, mentre spezzavo il filo coi denti per liberare l’ago dai lavori forzati, mi sono ricordata di avere un telaio. No, adesso non ce l’ho più, ma a cinque anni ce l’avevo.
Barbie Luce di Stelle mai avuta, ma il telaio sì, son cose.
Era un piccolo telaietto di legno, rotondo coi piedini, e lo usavo con pezzi di cotone che di volta in volta venivano ritagliati da vecchie lenzuola ingrigite. Avevo l’ago, le matassine, perfino il ditale. E la sediolina di paglia.
Adoravo quella sediolina, era minuscola, ma perfettamente uguale a quelle dei grandi, e mi sentivo un po’ grande anch’io, nei pomeriggi di calura pugliese, seduta davanti a casa mia a ricamare.
Le mie amiche andavano a imparare il ricamo dalle suore, ma ai miei genitori le suore stavano antipatiche e allora mi insegnava mia zia. Mia zia disegnava i corredi e anche i corredini dei bambini, quelli con gli orsacchiotti e le farfalline colorate. Allora mi disegnava con la matita il contorno di fiori e foglie e palloncini sulla stoffa ben tirata nel telaio, e io poi riempivo i disegni col filo colorato. Preferivo il punto croce, gli altri punti neanche me li ricordo.
È che mi piaceva fare la bambina vissuta, stare coi vecchi, far finta di capire tutti i discorsi, poi giocavo pure a un due tre stella e a pallavolo, facevo i mercatini coi giocattoli che non usavo più, andavo sui pattini, ma questa cosa di stare meglio coi grandi mi è rimasta.
Perché sì, era bello guardare di nascosto la videocassetta di Pretty Woman con le amiche, aspettare che la casa fosse vuota e andare a rubarla nel mobiletto dei vhs, ma le telenovelas con mia nonna stavano su un altro pianeta. Mia nonna alle telenovelas partecipava pure lei, dava i consigli a Milagros, cazziava Topazio, appellava con epiteti facilmente intuibili Brooke Logan.
E pure i film di Nino D’Angelo con mia zia stavano su un altro pianeta. Con mia zia guardavo pure Pierino e Fantozzi sulle reti locali e, quando volevamo piangere, Amico Mio con Massimo Dapporto.
Sono nata nell’83 ma so un sacco di canzoni degli anni ’50 e ’60 e ’70. Conosco i proverbi e le parole dialettali arcaiche, ho giocato con le biglie di vetro e le zampe mutilate delle galline. Quando passava il camion con le galline vive, io mi preparavo alla puzza proveniente dalla cucina e alle zampe avvolte nel tovagliolo di carta. Tenevi questa zampa di gallina in mano e te ne andavi in giro, con gli altri bambini del quartiere, premendole il dito posteriore, e la zampa, uh guarda un po’, si muoveva.
Da mia nonna mettevo i dischi su un vecchio giradischi di mio padre che era rotto, ma a me piaceva pensare che funzionasse e che io fossi una deejay. Sulla copertina del disco c’erano ‘sti tre capelloni secchi e vestiti di bianco e uno che ballava sotto una palla stroboscopica. Era la colonna sonora di Saturday Night Fever, ho capito solo dopo cosa fosse. E poi soprattutto la domenica, tra i maccheroni col sugo di carne e la carne del sugo dei maccheroni, suonavo una vecchia pianola bianca e verde che emetteva più aria che note. Provavo le canzoni e, quando le sapevo per bene a memoria, chiamavo chiunque mi capitasse a tiro, di quella ventina di persone sedute a tavola, e mi facevo dire quant’ero brava. E poi mio zio mi faceva cantare montagne verdi e tutti mi battevano le mani, e io me la credevo un sacco.
Poi ho smesso di credermela, ma è l’unica cosa che ho smesso davvero.
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Questo post profuma di “una volta” e fa volare la mente a ricordi molto simili. :)
Però io sono un’incapace con ago e filo, non so neppure rammendare buchini minuscoli o riattaccare bottoni.
I lavori di precisione proprio non fanno per me, io sono grossolana e maldestra. :P
Solo perché non ti ha insegnato miazzìa :D
Ho tenuto su un’espressione tipo così *o* mentre leggevo e volavo anch’io sul sapore dei miei ricordi (tra i quali pure per me le zampe di gallina, nella cucina di mia nonna ;) )
Eddai, quindi non è una roba truce che si usava solo da me! :D
Ma che meraviglia di post, Cla.
E uno legge e sai, quando chi scrive sa farlo così bene, pare di vederla davvero la Claudiappì bambina con la zampa di gallina in mano.
Brava Cla, sono senza parole.
Un bacino!
Grazie, Miss, davvero. A me fa bene scrivere di quando ero piccola e sono felice che piaccia anche a voi :)
Bellissimo! :)
Grazie, stravagaria!! :*
Brava brava brava. (Per un attimo leggendo il titolo ho pensato volessi frignare)
No, basta con le lagne (per oggi).
E grazie per aver diffuso il verbo :D
Propongo ‘cazziare Topazio’ come disciplina olimpica per Rio 2016.
Ok, adesso mi scarico tutte le puntate e mi alleno. Voglio onorare nel migliore dei modi la memoria di mia nonna.
Ti ho trovato tramite Miss Fletcher e sono venuta un po’ a curiosare. Bellissimo post! Anch’io ho tanti ricordi di quando ero piccola e stavo con mia nonna, che non si sognava affatto di fare qualcosa di diverso perchè c’ero io: io facevo quello che faceva lei, cioè cucinare, andare il pomeriggio dalle amiche tutte rigorosamente over 70 e ascoltare i loro discorsi in dialetto… ma io sono più vecchia di te!
Ciao Rita, benvenuta!
Ma io sono un po’ vecchietta dentro e questa cosa mi piace tanto ;)
Bellissimo post che viaggia sull’onda dei ricordi senza diventare melenso. Non so tenere in mano un ago ma ho anch’io delle belle zampe di gallina. Di tutt’altra specie. Dell’83? Ma sei giovanissima e saggia, eh!
Un po’ di zampette stanno venendo fuori anche a me, sarà la troppa saggezza? ;)
Grazie mille, penna. Un bacio :*
donna del 900, altro che
ma davvero, cosa ci faccio io nel 2000, cosa.
Chissà com’è essere bambini adesso, se l’entusiasmo è lo stesso solo meno duraturo. Devo domandarlo al mio G.
Bella, clà!
Non lo so, però credo che scoprirlo insieme ad un bambino sia un’esperienza bellissima, soprattutto se il bambino è tuo.
Ehi, ma cos’è questo spirito materno del primo pomeriggio? Vado a distrarmi ;)
Bacio, cla ;)
È che ho appena lasciato i miei nipoti e sono un po’ sensibile!
le zampe di gallina mia nonna le brustolava e poi, se non ricordo male le sgranocchiava. pensarci fa schifo ma a me piaceva l’odore.
l’odore delle zampe abbrustolite non so come possa essere, ma quello della gallina in brodo mmmhhh meno male che ho già pranzato :D
Straordinario questo post; mi hai spedita per dieci minuti in un ” ALTRO PIANETA”:quello della spensieratezza nonostante sia seduta sulla mia scrivania a lavorare. Capisco le motivazioni che ti spingono a “non credertela più”, ma tutti noi che leggiamo i tuoi post siamo consapevoli che puoi ancora permetterti di farlo. Buona giornata cara. Mariele
Mariele, lei è sempre gentilissima.
Ho scritto di non credermela solo per ricevere questo commento, guardi.
Scherzo, ovviamònt.
Buon pomeriggio, cara.
la seggiolina di paglia ce l’avevo anch’io! ce l’ho ancora a dire il vero. la uso ancora a volte, è solidissima e la amo!
Io non ce l’ho più, ma quelle rare volte che le vedo in giro mi verrebbe sempre di ricomprarla, peccato che le gatte la userebbero come tiragraffi :)
O_o Inorridisco di fronte a quest’immagine del gioco che facevi con i tuoi amichetti con le zampe di gallina… Penso che se l’avessi fatto io avrei ancora gli incubi!
Perché tu lo vedi con gli occhi dell’adulto. Pensa che da me ancora qualcuno usa portare i bambini a vedere come si uccidono i maiali. Io mai e poi mai, perché non credo che sia uno spettacolo da vedere, però pare che nessuno sia mai diventato un serial killer :D
Storie da un altro millennio :)
In realtà ho sbagliato l’anno di nascita, volevo scrivere ’43 :D
neanche io avevo barbie luce di stelle, e vedi che sono le migliori, quelle senza la barbie…
Mi sa che hai ragione.
Io le barbie le avevo, ma sulla mensola. Troppo noiose per me. Meglio le gare clandestine di biciclette e le biglie e un sacco di cose con la terra e… puff, ci si sente “vecchi” a ricordare.
Neanche baby mia hai mai avuto (lasciatelo dire che era una bambola orribile), però le barbie sì dai! magari senza stelle. Ma lo scooter di barbie te lo ricordi? Rigorosamente rosa. Una sciccheria! E poi, vuoi mettere le zampe di gallina? Non sono mica da tutti! E la schiava Isaura? Era un appuntamento quotidiano da non perdere :) A volte vorrei una macchina del tempo e ritornare a quel tempo.
Comunque, Claudiappì: una agglomerazione metropolitana contornata da milioni e milioni di città satellite.
Uh, la schiava Isaura!
Comunque bella definizione, la riutilizzo alla prima occasione utile ;)
Le musicassette nella radio con tre soli tasti: play/stop, avanti, indietro; il puntocroce e il telaietto (sì, pure io. E anche la sedia in miniatura :), Holly e Benji al pomeriggio dopo la scuola, con un bicchiere di latte e lo Yo-Yo Motta per merenda (la roba più chimica del mondo); le gelatine di Lupo Alberto; i pennarelli Carioca e potrei andare avanti all’infinito.
Mi hai fatto commuovere, coscritta :)
Anch’io mi sono commossa alle gelatine di Lupo Alberto, le avevo rimosse!
Ma sai che non pensavo che tante bambine della nostra generazione avessero avuto il telaietto da ricamo? E invece… :)
E’ bello vedere come sono state vissute delle cose che io ricordo in tutt’altro modo. Perché quando c’è stata la prima puntata di Beautiful trasmessa in Italia io me lo ricordo bene. Perché stavo in montagna con la mia seconda figlia nata da 7 mesi… E però con le zampe di gallina non ci ho mai mai giocato. Bambino cittadino. Però, pur essendo cittadino, andavo a giocare a pallone in parrocchia da solo, con gli amichetti, a 11 anni. Ché a quell’epoca si poteva ancora. Financo a Roma.
Io avevo una seggiolina a dondolo rossa e bianca su cui mi sedevo a casa di mia nonna a leggere almeno 10 numeri divrsi di Topolino che le regalava mia zia. E a bere acqua brillante, e a scartabellare tra i 45 giri di Dino e Riccardo Fogli che erano lì da chissà quanto. E c’era anche un giradischi rosso, di quelli portatili, che funzionava ancora.
Sì… son cose…
Il giradischi rosso era tipo questo? http://pinamarcord.files.wordpress.com/2012/03/penny.gif No, perché ce l’avevo anch’io *.*