E così vorresti fare lo scrittore

Posted by on Ott 18, 2012 in Me, myself | 63 comments

“Sei brava, devi assolutamente scrivere un libro”.
Me lo sento dire spesso e, ogni volta, ringrazio epperò storco il naso.
Se tutti quelli bravi scrivessero un libro, saremmo sommersi di libri. Tiepidi. Mollicci. Sciapi.
Oh, un momento, ci siamo già.
Io quando inizio un libro, mi aspetto che l’autore sia bravo, sì, che sappia scrivere correttamente in italiano, sì, ma mi aspetto soprattutto che mi racconti le cose in modo nuovo, diverso, che rimescoli le carte del già detto e inventi un nuovo gioco, dove a giocare siamo io e lui, la mia immaginazione e la sua capacità di stimolarla. Tanto è già stato detto tutto, l’amore, l’odio, la guerra, la famiglia, il delitto, i mostri, gli alieni. Bisogna reinventare mo(n)di, e mica sono capaci tutti.

Invece sono capaci tutti a scrivere i libri. Hai una storiella, la butti giù, scrivi qualche centinaio di pagine di cose ovvie, se ci riesci ci metti qualcosa di meno ovvio, personaggi più o meno credibili che un po’ ti rispecchiano, un po’ somigliano alle persone che ti circondano ogni giorno, in ufficio, sulla metro. Un po’ scopiazzi dai libri che hai letto, che non è scopiazzare, piuttosto è prendere ispirazione. Quindi diciamo che un po’ ti ispiri ai grandi capolavori del passato più o meno prossimo. Poi quando è tutto bello confezionato, ti proponi qua e là, dici ho scritto questo e quest’altro, ti vendi al miglior offerente, che di solito non c’è, è più probabile che sia tu a pagare qualcuno che ti stampi la tua Grande Opera su carta scadente. Però mettiamo pure che tu sia fortunato e anche bravino, l’editore serio ti pubblica, il tuo libro è lì, sullo scaffale delle librerie insieme ai nomi altisonanti che sono anche sul tuo comodino, insieme ai perfetti sconosciuti come te, insieme al coniglio coi piselli di Benedetta Parodi e alle madonne di Paolo Brosio. Tutti insieme sul grande carrozzone. E tu puoi dire ci sono anch’io, l’ho fatto anch’io, lì sopra c’è il mio nome, mamma guarda come sono bravo. Poi se sei fortunato, bravino e anche un po’ borioso, aggiorni il tuo profilo Facebook e ci scrivi scrittore.

E quello è il punto di non ritorno. Il tuo libro ha venduto 125 copie, di cui 120 ad amici e parenti, e tu diventi scrittore. Leggo spesso, qua e là, questa annosa faccenda di chi è scrittore e chi non lo è. Basta scrivere con passione per essere scrittori? No, altrimenti lo saremmo tutti. E non basta neanche aver pubblicato un libro e, stranamente, non basta nemmeno averne pubblicati tanti. Non basta aver vinto concorsi, essere il prezzemolo nelle antologie, campare di scrittura. Io so solo quello che non basta, so solo che tra lo scrivano e lo scrittore c’è un oceano enorme e profondissimo, che molti vedono come una pozzanghera e, attraversandola, ci finiscono annegati.

È per questo che io il libro non lo scrivo. E l’ho anche fatto, mi sono messa in gioco, ho provato a stare sugli scaffali nascosta in un libro a pagina 28. Ho guardato di soppiatto, ho studiato, mi sono anche autocompiaciuta, a volte. Però io l’oceano lo vedo, lo vedo eccome.
I miei ruggiti, come li chiama Bukowski*, li trovate qui, magari sono miagolii, ma sono tutti qui. E non ho bisogno d’altro, adesso.

*E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.

se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.

se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perchè vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.

Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.

se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos’altro
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.

non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall’autocompiacimento

le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall’anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all’omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sé e continuerà finché tu morirai o morirà in te.

non c’è altro modo
e non c’è mai stato.

63 Comments

  1. Io proverei anche a scriverlo ma mi manca la trama, ti giuro che non ne ho mai trovata una con un capo e una coda. Ecco perché ho un blog, idee piccole su misura della mia persona.

    • “se ti manca la trama, non farlo” (semicit.)
      Sono grandi anche le idee piccole, sono spunti e riflessioni, io le adoro :)

  2. SEI ASSOLUTAMENTE FANTASTICA. IL TUO REALISMO E LA TUA UMILTA’ TI RENDONO ECCEZIONALE. GODI SENZA RISERVE DI TUTTA LA MIA STIMA
    BRAVA CLAUDIA. BEN DETTO.
    Mariele

    • Quel giorno, quando ne abbiamo parlato in macchina, mi sono detta “prima o poi lo scrivo in un post”.
      Adesso purtroppo mi sono giocata il contratto milionario che stava per offrirmi Mondadori, pazienza :D
      Grazie, Mari, sai che la stima è ricambiata.

  3. Io vorrei scriverlo, ma, accidenti, “La Bibbia, parte II”, mi dicono sia troppo pretenzioso.

    • Però potresti saltare alla parte III e affidare al Papa il segreto della parte II, una santa donna è diventata famosa così.

  4. Ehi Claudia, non sai quanto son sante le tue parole e quante mille volte mi son letta queste parole del vecchio Charles…Sei proprio saggia!

    • Grazie omonima, era da un po’ che mi giravano in testa questi pensieri :*

  5. Una volta ci ho provato anche io, però ero al liceo e l’ho stampato da sola. L’ultima copia era rosa perchè era finito l’inchiostro ( dopo 5 copie ). Ah giusto saranno state 50 pagine al massimo. Il libro più piccolo sulla faccia della terra! Però è finito anche lui a sbadigliare tra gli scaffali delle librerie di 5 copie. Mi hanno detto che nessuno l’ha capito.. :D
    Comunque ti do pienamente ragione su tutto ( come al solito, ormai diventa quasi noioso dartela sempre vinta! )

    • C’è chi giocava al piccolo chimico e chi alla piccola editrice, bello! ;)

  6. Sicuramente conoscerai Haruki Murakami. Se non lo hai già fatto, leggi “L’arte di correre”. E’ l’unico suo libro dove c’è un po’ di autobiografia. E, tra le altre cose, c’è la storia di come è diventato scrittore. Quello che trovo straordinario della sua storia è la determinazione. Lui ha DECISO di fare lo scrittore. A un certo punto della sua vita, così. Faceva tutt’altro, e scriveva “a tempo perso”. E poi bon. Basta. Pianto tutto e scrivo. E, contrariamente a quanto dice il buon Charles, Haruki sostiene che per lui scrivere è un lavoro, un lavoro duro. Non gli vengono le cose di getto, deve proprio lavorarci tanto.
    Per dire che ognuno ha la sua storia, ogni scrittore ne racconterà una diversa. Ma (come peraltro in tante altre avventure di vita) serve la determinazione. La pervicace determinazione, e la convinzione di esserlo, uno scrittore. E se non si ha il “sacro fuoco” meglio lasciar stare. E mi piace questa tua analisi. Ho riso molto all’immagine dello scaffale della libreria con dentro il coniglio coi piselli insieme ai classici e agli sconosciuti. E anche alle 125 copie vendute. Hai proprio ragione, Cla’. Secondo me Murakami si nasce.

    • Con la parte di Bukowski in cui dice di lasciar perdere se scrivere ti viene difficile, se non sei sempre ispirato, non sono d’accordo neanch’io. Murakami l’ho letto, non ho letto quel libro, ma sì, immagino che in qualcuno possa scattare qualcosa e farti prendere la decisione di scrivere e basta. Ma l’hai detto tu, lui è Murakami.

      Anche la Fallaci, una scrittrice che a me piace moltissimo, forse una delle mie preferite, diceva che per lei era un lavoro, con tempi stabiliti, da fare con costanza e impegno. Quindi dico che ognuno ha le proprie modalità, l’importante è sapere qual è il tuo posto in mezzo ai conigli e le madonne ;)

      • Ecco, magari uno scopre che tutto sommato neanche gli va poi così tanto di stare tra conigli e madonne… Sai chi aveva la fissa di scrivere un libro? Mio padre. E però è sempre rimasta un’idea. Con la quale giocava, si baloccava, senza mai dargli reale concretezza. Quando si è ammalato e ha avuto la consapevolezza che stava arrivando al capolinea (cancro ai polmoni) ha iniziato a buttare giù un paio di paginette, ma secondo me si è reso conto subito che non era per lui. Uscì fuori una cosa a metà tra il temino “Una bella gita” e un feuilleton tipo Liala, per capirsi. Credo siano ancora da qualche parte, quelle due paginette scritte a mano su fogli strappati da un blocco. Ecco, ti ringrazio perché mi hai risvegliato questo ricordo. :D

        • E io ringrazio te per avermelo raccontato e avermi fatto venire gli occhi lucidi e anche un sorriso.

  7. tutti quelli che scrivono sono scrittori :D in fondo non è così difficile

  8. Trovo molti punti con cui sono d’accordo, eccetto che il pezzo di quello sfigato alcolizzato cronico di Bukowski.
    Scrivere è un lavoro. Punto. Non esiste che ti venga dal cuore o dalle viscere e la cosa più patetica che io abbia mai letto è “l’ho scritto di getto”…
    Io di getto vomito solamente…

    Un libro da dare alle stampe va scritto, riletto, sezionato, limato, riletto, sezionato, limato, riletto, sezionato, limato…
    Scrivere un libro che deve essere pubblicato è un lavoro duro, lungo, frustrante e faticoso (a meno che non te li scriva qualcun altro, com’è il caso di quel fenomeno di Fabio Volo).

    E’ ovvio che oggi, con la possibilità di autopubblicarsi gratuitamente, ci sia in giro la rava e la fava, su questo non discuto :-)
    C’è anche qualcosa di mio, ma è quello che chiamano “vanity press”, e cioé nasce con l’intento di essere per pochi, amici e conoscenti.

    • Sfondi una porta aperta.
      Il mio scrivere di getto, quando proprio sono ispiratissima e divampa il me il fuoco della passione per quello che sto scrivendo, si traduce in almeno un’ora e mezza in cui scrivo, cancello, trovo i sinonimi, sposto le virgole, controllo tutti i congiuntivi. Poi, non contenta, lo faccio anche leggere a mio marito.
      Bukowski si starà rigirando nella tomba, ma d’altronde non scrivo libri, perciò va bene uguale.
      Però non è detto. Qualcuno, pur scrivendo di getto, produrrà conati di vomito profumati, non lo so, pezzettoni di roba apprezzabile, bisognerebbe indagare.

      • Le cose scritte e non rielaborate hanno la pessima qualità di non reggere un approccio critico ;-)

  9. A volte si scrive solo per noi stessi, si chiama diario e una volta lo tenevano in molti…in un cassetto. Condivido tutto :)

    • A volte bisognerebbe avere la capacità di capire quando farli rimanere chiusi, i cassetti :)

  10. Approvo su tutta la linea.
    Scrivere deve essere proprio come un ruggito (o miagolio), un momento in cui su carta butti giù un qualcosa che è tuo. La buona riuscita di questo non necessariamente ti porterà ad essere uno scrittore, perché più ci penseresti e più scriveresti cose innaturali..
    meglio assecondare i “ruggiti” e impressionarli in un blog..
    per la gloria ci sono strade migliori :)

    • C’è anche chi si accontenta della gloria nel suo condominio, eh ;)

  11. All’inizio pensavo fossi seria, nel senso che avevo preso seriamente la tua frase “sono capaci tutti a scrivere i libri”. Continuando con la lettura ho realizzato che con quella frase volevi dare, fortunatamente, un senso ironico.
    Probabilmente abbiamo la stessa opinione sull’argomento…chissà…
    Vedo molta gente che è convinta di saper scrivere. Qui tra un blog e l’altro è pieno di gente così. E per carità, molta gente è proprio brava e mi piace. Ma mi piace leggere un suo post. Punto. Un libro è una cosa diversa, non trovi?
    Molta gente poi secondo me non è nemmeno brava. Solo perchè usa termini ricercati non vuol dire che sa scrivere. E me ne accorgo proprio dai loro interventi in rete. Pesaaaanti!!!
    E ovviamente fanno sempre il paragone con Fabio Volo; ormai va di moda bistrattarlo (mentre lui è il primo che si prende per culo per questa cosa :D)
    Poi ovvio, sicuramente ci sono talenti e nessuno li conosce, e il loro posto sugli scaffali è occupato da chi se lo merita di meno. ma da che mondo è mondo è sempre stato così dappertutto e in ogni campo.
    insomma. In parole povere, credo che ci sia troppa gente convinta di sè per queste cose.

    PS: quando leggerò il libro con il tuo racconto sai che ti massacrerò, vero? ihihihih

    • Roberto, tra un blog e un libro (parlo di un romanzo, non un libro di racconti) c’è una differenza allucinante, hai ragione. Ci sono blogger meravigliosi che non è detto siano anche autori altrettanto meravigliosi, come ci sono persone i cui 140 caratteri su twitter ti fanno gridare al “genio”, mentre quando si cimentano in post più lunghi e complessi perdono di tono.

      Ps. È difficile che qualcuno riesca a massacrarmi più di quanto già lo faccia io ;)

  12. Bello, vero, peccato sia solo un post, dovresti scriverci un libro.

  13. Un giorno ho ricevuto un MMS (sì, perché io non sono tecnologica, ma il mio scadentissimo telefonino da 34 euro può perfino ricevere MMS, in verità vi dico.)… c’era la foto di questo scaffale inquadrato da vicino, molto vicino, troppo vicino.
    La didascalia diceva: “Accanto a Baricco…” e c’era effettivamente un libro di Baricco e, in bella vista proprio lì vicino, il mio nome.
    Non per falsa modestia, ma per amara consapevolezza, mi sono sentita di rispondere solo: “E’ per cose come questa che il mondo sta andando a rotoli!”.

    • Secondo me siamo anche noi un po’, in minima parte, causa del buco dell’ozono e della fame nel mondo, forse anche di qualche tzunami.

  14. Te l’ho già detto che di adoro? Vabbè, di tanto, in tanto serve ripetersi.
    Epperò ultimamente mi capita spesso di incontrare sul tuo blog post che io ho lasciato a metà nell’archivio del mio computer. :*

    • Vero, anche quello su Milano veloce.
      Ti giuro che non sono entrata nel tuo computer.
      Ps. ti adovo anch’io, cava :*

  15. poi comunque Leopardi ha già detto tutto. che gli possiamo aggiungere?

    • Adesso dovrebbe parlare un po’ Silvia, vediamo cosa ha da dire.

  16. E già.

    • E già.

      • C’è solo da aggiungere che non sei costretta a scrivere per forza “una storiella lunga qualche centinaio di pagine di cose ovvie”. A meno che tu non voglia farlo, chiaro.

        • Infatti no, nessuno è costretto, ma magari lo fai perché la storiella di cose ovvie è quella che vende di più.
          Oppure lo fai perché pare che non possa esistere una persona che ama scrivere, ma che non ha l’aspirazione massima di approdare su un libro :)

        • Diciamo che non credo Leopardi scrivesse con il pensiero di quanto avrebbe venduto. Diciamo che non c’è nulla di male a vendere cento copie di cui ottanta agli amici. Diciamo che ci sono pure cose che non hanno mercato, tipo la soddisfazione intima di aver fatto qualcosa che piace prima di tutto a se stessi. Diciamo che ci sta pure che a uno non gliene freghi niente di fare un libro :)

  17. Brava Claudia, condivido ogni parola che hai scritto…e sottoscrivo il commento di Rob, sì, scrivere è un ruggito. E non si ruggisce per andare sugli scaffali tra le ricette altrui, lo si fa perché è il solo modo di essere che sentiamo nostro.
    Un bacio, mia fantastica amica!

    • Sono d’accordo, ma la vanità è la vanità ;)
      Bacio a te, Miss!

  18. Non so se mai scriverai un libro, Claudia. Eppure sei molto brava. Malgrado le risate che faccio leggendo i tuoi post, mi sono fatta l’idea che tu sia una persona seria, rigorosa, affidabile. Ecco, casomai scrivessi un libro, immagino sarebbe un figlio voluto e amato :-) Lo leggeri volentieri.

    • E sudato. Credo che, conoscendomi, se scrivessi un libro tutto mio, ci metterei tipo un lustro.
      Grazie :**

  19. Lunedì primo pomeriggio, squilla il telefono: “Salve Signora ecc ecc, la sua poesia è stata selezionata tra migliaia (e giù un quarto d’ora di sviolinata per quanto è bella e profonda e boiate varie) e sta per essere introdotta in una antologia e bla bla bla cicicì cococò. Ce ne può inviare altre sei che avrà sette pagine sette nella suddetta antologia e spazio web in cui … breve biografia… visibilità e bububù pepepè il tutto alla modica cifra di 140 €uri e lei sarà famosa”.

    Mon dieu! Parbleu! No, non par blu, par maron!

    Per farla breve rispondo che non me ne può fregare di meno dell’inserimento e che proprio giorni fa, sfogliando una loro antologia esposta e leggibile e acquistabile sul sito, incappo nelle pagine dedicate ad una autrice “poetessa” ad honorem e in una sua di tre righe, un rigo e mezzo è stato copiato pari pari da una “poesia” (il virgolettato è d’obbligo) da me scritta e postata 11 anni fa, ché scrivere mi piace e condividere pure. Che se si va in google e si digita “tra gli interstizi dell’anima poesia” porta dritto dritto alla conferma di quanto dico. E che dovrebbero prestare maggiore attenzione prima di pubblicare cotanta poesia e fregiarla. Ma tant’è che Alda Merini (che dio l’abbia in gloria) non sarebbe Alda Merini se si fosse messa a scopiazzare e a raffazzonare qua e là cose già scritte da altri.

    Vabbè…taglio ancora più corto per cui, così come ci sono tanti poeti, ci sono tanti scrittori, ma c’è anche tanto business con relativa mediocrità di contenuti qualità e forma. La possibilità di leggere cose buone e nuove e originali, alla fine ne risente. Per fortuna, nel dedalo, c’è sempre la facoltà intellettuale di scegliere cosa e chi leggere. Comunque Claudiappì, se ti dovesse scattare la vena artistica, sarebbe senza dubbio una bella vena. Sapevatelo ;)

    • Ce l’ho la vena artistica, solo che tra guadagnare 20 euro per un libro che leggeranno in 50 persone e scrivere qui, dove le 50 persone possono pure rispondermi subito e io posso rispondere loro, preferisco la seconda.
      Ma la mia incapacità di fare business è proverbiale ;)

      Credo che se mi accorgessi che qualcuno ha scopiazzato da me, all’inizio mi incazzerei a morte, poi forse ne sarei tanto lusingata, poi mi rincazzerei e lo cercherei per mettergli le mani al collo. [è un velato avviso ai naviganti] ;)

  20. mi fanno morire le madonne di brosio!

    • A lui hanno fatto morire quei due neuroni che ancora gli restavano nel cervello ;)
      Ciao, dandyna.

  21. la differenza tra uno che scrive bene ed uno scrittore è che il secondo riesca a camparci di quello che scrive (o che gli scrivono per lui).
    E’ comunque il sogno nel cassetto di molti….anche del mio a dire la verità. Per il momento però mi accontento di stamparli….. ;-)

    • Per me l’unica differenza tra i due sta in come si racconta quello che si scrive. I migliori artisti di tutti i tempi sono morti soli e poveri ;)
      In bocca al lupo, syl.

  22. Clap clap.

    (Questo è un argomento di cui si parla spesso nel mio vecchio blog. Ultimamente, per esempio mi sono permesso di dare codesti consigli-ad-un-giovane-scrittore-e-ad-uno-scrittore-giovane.)

  23. Bello, bello ‘sto post. Ancora più bello se leggi i commenti, perché anche se non li ho letti tutti mi pare stia venendo fuori un bello scambio di opinioni.
    Mi piace troppo, ‘sto blog.
    (Devo proprio leggerlo, quel libro anche tuo)

    • Grazie, losengriol.
      (solo se non ti aspetti un capolavoro di letteratura) ;)

  24. La sincronicità della blogosfera è quantomeno sorprendente.
    La sera del 18 ero a cena fuori e il ragazzo di un’amica se ne esce con il suo libro (autopubblicato), poi arrivo a casa e leggo il tuo post, fresco fresco.

    • Eh. Ma quindi la cena era stata organizzata per vendere il libro? Tipo le riunioni della Avon? :D

      • No, per fortuna la sorte è stata clemente! :-)

  25. Anch’io vedo l’Oceano. Dalla finestra di casa mia :P Scrivo per me e ne faccio un blog ;)

  26. Perfettamente d’accordo e discrorso che può essere esteso a mooooolti ambiti. “Se vuoi, puoi”: NO! mettiamocelo in testa una volta per tutte!

  27. *discorso

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