Torno subito

Posted by on Apr 21, 2013 in Me, myself | 38 comments

Dovevo staccare. Ne avevo bisogno. E allora ho staccato da terra un trolley e l’ho caricato su un autobus e sono andata. Non importava dove, l’importante era andare. Che poi, sono abitudinaria anche nell’andare e, al posto di andare, è più un ritornare sempre negli stessi luoghi, dalle stesse persone. Qualcuno mi ha chiesto perché ogni tanto io scappi e a me questa cosa ha fatto ridere tantissimo. Io non ho niente da cui scappare, nessuna prigione da cui evadere. Ho le chiavi del mio recinto di paletti, posso entrare e uscire quando voglio, lasciare anche la porta aperta. La mia casa è un albergo senza genitori rompiballe.

Cambia l’aria. Mi piace vedere me stessa in un’altra aria, anche con la e al posto della i. Mi piace stare per un po’ in posti che non conosco, che non mi sono familiari, con persone che non conosco o che conosco poco. Mi piace aspettare nei luoghi di passaggio, aspettare i treni sui binari, le persone nelle stazioni, aprire un libro e non riuscire a leggere perché c’è troppo da osservare, tanto rumore per gli occhi. Una famiglia di pugliesi che deve partire, ci sono tutte le generazioni, i nonni, i figli, i nipoti, la borsa frigo. Immagino i panini, mi viene fame. Un bambino indiano mi offre il suo ciuccio, la mamma mi sorride coi denti bianchissimi dentro la bocca scura scura. Un ragazzo guarda con insistenza il culo di una donna coi leggings, un bel culo, in effetti. Poi la donna si volta ed è brutta, ma proprio brutta, e in quel momento resto delusa anch’io, solidarizzo, insieme pensiamo che sia un peccato avere quel culo e quella faccia tutti e due sulla stessa donna.

Mi piace non dover pensare a niente se non ai culi belli delle donne brutte e ai caffè già presi e a quelli che sto per prendere, che magari non saranno caffè ma succhi di frutta o gelati. Ai messaggi di “sto arrivando”, a quelli di “dove sei” e “sono qui”. Alle fini che poi sono solo inizi di qualcos’altro. Agli inizi che magari sono fini e non lo sappiamo. Mi piace pensare che le cose siano semplici anche quando forse non lo sono.

Mi piace andare, è una necessità. Questo l’ho già detto qui e forse anche altrove.
Ma mi piace anche tanto tornare.
Nuova. Diversa. Meglio.

38 Comments

  1. Se non hai un posto al quale ritornare non puoi partire :)

    • Sottovaluti i viaggi sola andata. Ma non ho mai provato l’ebbrezza.

  2. Se hai imparato la cura non la dimenticare mai ;-) Bene Claudia. Sono contenta per te.

    • Grazie, Sandra. Bisogna andare per tentativi, spesso :)
      Un bacio.

  3. Meraviglia. Il tuo andare. E il tuo tornare.

    • Prima o poi, nel mio tornare, porterò anche un pezzettino di te. Lo so.

  4. <3

    • Pic <3

  5. Fai bene a pensare che le cose siano semplici. Una corrente moderna della fisica sostiene che se una teoria è troppo complicata non va bene. Le teorie devono essere semplici e “belle”: sì perché esiste anche un bello quantificabile, a quanto pare. E i fisici cercano il bello, te lo saresti mai immaginato? Il bello e la semplicità, questo dobbiamo cercare.
    E non ho capito se sei ancora in giro o se sei tornata, in ogni caso bentornata su queste sponde bloggherecce ;)

    • Ma dici sul serio? Mi piace la fisica moderna, concordo fortissimo :)
      Comunque sì, sono tornata, grazie Max :*

  6. Concordo, è bello andare e ritornare, guardarsi intorno, arricchirsi e divenire migliori,
    Un abbraccio carissima!

    • Un abbraccio enorme a te, Miss :*

  7. Io, restia a spostamenti e cambiamenti, cambio e mi sposto in continuazione con questa voglia anche tua di vedersi un po’ dal di fuori, nuova e libera. Fortuna che alla fine so sempre come tornare a casa. Un abbraccio forte, Cla, che secondo me è un po’ quello che ti serve ultimamente.

    • Eggià, abbiamo ai piedi le scarpette rosse di Dorothy Gale. Grazie, Claudia :)

  8. Io avrei voglia di un po’ di aria fresca, ma al momento non posso. Mi accontento di leggere te che l’hai fatto :)

    • Ciao Nervo! Magra consolazione, però vabbè, l’aria fresca arriverà :*

  9. Quanto mi piacerebbe seguire il tuo esempio … anche solo per poco, anche solo un paio di paesi più in là …

    • Dai, Saretta, prendi anche tu il trolley e vai :)

  10. Bellissima la faccenda della faccia brutta dopo un belo culo, quel flash di solidarieta’ con il ragazzo che guardava prima di te e’ qualcosa di poetico, oserei dire intimo, che solo tra due sconosciuti in viaggio puo’ accadere.
    ml

    • Vero. Adoro gli sconosciuti. Quando hai sempre vissuto in una piccola città, ti rendi conto di quanto sia riduttivo incontrare più o meno sempre le stesse facce.

  11. Be’ si sfata il detto “C’hai la faccia come il culo”. Io non posso evadere così tanto, ma appena posso faccio delle lunghissime camminate.

    • Ecco, anche le camminate sono un ottimo rimedio alla stagnazione dell’aria :)

      • Vero. Ogni passo schiaccio un pensiero.

  12. E’ un bel viaggiare, il tuo.
    :)

    • Spesso ci riesco anche senza muovermi dal divano di casa, ma decisamente meglio quando vado davvero :)

  13. Sono bellissimi quei messaggi, e poi il ritrovarsi, il vivere alla giornata, perdersi nelle stradine di una città. Piccole gioie che sono come aprire le finestre la mattina per alleggerire la stanza e lo spirito.

    Bentornata Claudia.

    • Grazie, Clod. È sempre bello tornare :*

  14. Evadere per poi ritornare.
    L’anima si riempie di aria nuova.

    • Sì.

  15. ogni tanto si dovrebbe davvero fare così, partire e andare, senza pensare :)

    • Si dovrebbe fare più spesso :)

  16. Dovresti cambiare cartello con “Torno chissà quando..”

  17. Se fossi cambiato ogni volta che sono tornato adesso non sarei nemmeno in grado di riconoscermi. A qualcuno sto trucco riesce, ma si vede che non sono portato.

    • Molto spesso io non mi riconosco, infatti. Il bello è anche questo.

  18. Non importa tanto dove vai e dove torni ma come lo fai e quello che hai scritto dimostra che il viaggio è la meta.

    • Decisamente.

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