Cose in ordine alfabetico (A-I)

Posted by on Feb 9, 2014 in Me, myself | 6 comments

Anche a voi capita di passare interi periodi senza voler fare cose che solitamente amate fare? A me sì. Infatti le mie passioni sono monche. Che passione è se, anche nel momento in cui potresti coltivarla, non lo fai? Tipo la scrittura. Io amo scrivere, epperò poi passo periodi in cui il solo pensiero del foglio bianco mi nausea. Non è neanche una questione di non avere ispirazione o nessuno stimolo, è solo che non mi va di trasformare i pensieri in parole, se ne stanno lì a sonnecchiare in attesa di essere dimenticati. Càpita.

Basta. Ho detto davvero basta a una situazione morta e sepolta che ogni tanto resuscitava e mi inseguiva camminando a scatti con le braccia protese in avanti. Risate in sottofondo di tutti i defunti di questo posto lugubre, dove spesso vengo a sotterrare cadaveri, ma facciamo finta che non ci siano, i cadaveri, le risate, tutto.

Ci sono persone che adoro e loro mi adorano e questa cosa è bellissima. La reciprocità, dico. Che poi, non è mica perfettamente reciproco, un sentimento. Mai. Ma il bello è questo, smussarlo di qua e di là, in modo che si incastri alla perfezione.

Davo per scontate un sacco di cose, ma i saldi stanno finendo. Mi tocca fare i conti con me stessa, con gli altri, con tutto il resto. Il resto in caramelle, grazie.

È che non me ne frega assolutamente niente di tutto quello che dici, ma proprio niente, non solo qualcosa. N i e n t e. Quando ti ascolto, perché sono obbligata a farlo, beh, quando ti ascolto il mio cervello diventa una castagna sigillata nel suo riccio. Non avrò mai il coraggio di dirtelo, infatti lo scrivo qua.

Fuori c’è un vento che mi sbatacchia tutte le piante. L’altro giorno sono uscita sul balcone, le ho guardate, le ho toccate, ho sradicato i fili d’erba che non dovevano nascere dove sono nati, ho messo un po’ d’acqua, ma poca, poi sono rientrata soddisfatta. Mai avrei pensato che mi sarebbe piaciuto prendermi cura del timo e della fragola e dell’aloe. Prima dicevo giammai, ho il pollice nero. Adesso è verdone. Le piante ti insegnano.

Guardando le olimpiadi, mi sono accorta che il mio spirito di competizione è pari a zero. Non che non mi piaccia primeggiare, ma solo se avviene così, spontaneamente. Toh, sono sul podio, ma pensa un po’. Le gare mi mettono ansia, anche quelle degli altri, quindi quando posso le evito. Mentre la Kostner volteggiava sui pattini, ho trattenuto così tanto il fiato che a momenti diventavo cianotica.

Ho un nuovo, meraviglioso debole per i libri illustrati. L’ultimo l’ho letto sul divano in un noioso pomeriggio di svogliatezza. Si chiama Pupa, di Loredana Lipperini. Mi ha svoltato la giornata meglio di una torta di mele.

Io quelli che non festeggiano le ricorrenze non li capisco, davvero. No, perché io festeggio anche le non ricorrenze, io festeggio tutto. Un po’ di anni fa, dopo l’esame di estetica, per festeggiare il mio trenta, sono andata in un negozio di cianfrusaglie e mi sono comprata quel coso di plastica che lo capovolgi e fa il verso della mucca. Non era né il primo né l’ultimo trenta, era solo un trenta, l’ennesimo. Secondo me, bisogna festeggiare anche le ennesime cose.

6 Comments

  1. Mi piace quello che ho letto. A parte Montale, certo.

  2. Live update: io ho festeggiato oggi. Il coraggio che ho avuto nell’eliminare la più brutta delle piantine nate dai semi regalati dalla mamma. Mia sorella dice che è eugenetica. Io dico che finalmente non devo più vedere quello sgorbio! E mi regalo un sorrisone!
    Ciao Clà, buona giornata

    • Ahahaha brava, qui apprezziamo sempre il coraggio! :D

      Buona giornata a te, Smì ;)

  3. Oh, quel coso che lo capovolgi e fa il verso della mucca :-) ?
    Cla, comunque non arrivano di nuovo le notifiche, per questo sono in ritardo…uff.
    Però lo sai, arrivo sempre e infatti eccomi qua!

    • Miss, lo so che sei una lettrice instancabile :*
      Grazie <3

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