Afternoon acoustic

Posted by on Ott 30, 2014 in Me, myself | 10 comments

Da quando hanno messo questa cosa dei mood, su Spotify, sto sempre ad ascoltare musica che non scelgo io, faccio fare a lui, il mood è sempre lo stesso, da un po’: afternoon acoustic. Chitarra, voce e poco altro. Quelle canzoni che fanno da sfondo a pomeriggi che alle 5 è già buio, con la tazza di tè, il Mac aperto sempre sulle solite pagine e il libro pure, sempre sullo stesso punto. Leggo così poco che me lo porto in giro solo per darmi un tono. Cosa che non mi riesce per niente, perché poi me lo leggi in faccia che non me ne frega nulla dei toni, di fare la sofisticata, l’intellettuale. Tra una corteggiatrice di Uomini e Donne e, chessò, una ricercatrice scientifica, mi posiziono in mezzo e guardo con ammirazione un po’ entrambe, per motivi diversi.

Quando parlo con persone che hanno delle passioni forti per qualcosa, qualsiasi cosa, pure quelle che sanno a memoria tutti i calciatori di tutte le squadre di calcio italiane, che a me figuriamoci che mi importa delle squadre di calcio, ma se una persona mi comincia a elencare tutti i giocatori delle squadre di calcio, io perdo la testa, non solo perché so a malapena in che squadra giochi Totti, ma proprio perché io non so niente, in profondità, di niente.

E questo è un male con cui mi tocca convivere da sempre.

Faccio una fatica immane a ricordare nomi, date, eventi. Se divoro una serie tv perché mi è piaciuta tanto, con molta probabilità, a distanza di poco tempo, mi sarò scordata parte della trama, chi è il regista, i nomi dei personaggi minori. È uguale per i film e i libri e tutte le cose che ho studiato nella mia vita. Forse è perché in tutto quello che faccio, tutto, ci metto sempre una spolverata di distrazione e una di frivolezza. Potrei impegnarmi di più, lo so, ma già convivere con questa cosa richiede un certo impegno, a non sembrare completamente cretina, dico.

E insomma, si sta come d’autunno, nei negozi, i piumini senza maniche. A sentirsi un po’ inutili, incompleti. Passerà.
Intanto si è fatta una certa, sono indecisa se passare al mood Put me to sleep o Melancholia.

10 Comments

  1. Certe volte mi sembra di somigliarti tantissimo.

    • Mi dispiace molto per te, tesò :D

  2. Mi succede lo stesso con certi libri che pure apprezzo tantissimo. Li leggo e mi appassiono ma due mesi dopo quasi non ricordo più nemmeno la trama. Non accade sempre però e non ho capito da cosa dipenda. Forse è colpa di Spotify.

    • Vero, sarà quello. Boicottiamolo, così, sulla fiducia :)

  3. Uhm, che dipenda dal segno? No, perché io mi ci ritrovo in pieno.
    Mi ci ritrovo in pieno pure senza la storia del segno, ecco.

    • E allora mi sa che dipende da noi, Straf :)

  4. Non so come, di post in post da qualche parte su Facebook, sono incappata nel tuo blog (che, per inciso, mi piace molto) e leggendo questo post ho preso paura :) hai descritto me, praticamente, in special modo quando scrivi “non so niente, in profondità, di niente” :)
    Che dire? Ti seguirò

    • Oh, ma grazie. Sapere di non essere la sola è abbastanza rincuorante.
      Allora ci rivediamo su questi schermi ;)

  5. Per quel che mi riguarda, mi sono data questa spiegazione con cui ho risolto il problema di cui sopra. A questo punto mi sembra doveroso condividerla con te: il fatto è che a quelli come noi noi interessano migliaia di cose differenti, ma questo mal si concilia con la limitatezza del cervello umano. Dimenticare è un’operazione salutare: serve a fare spazio. Io neanche i titoli ricordo a volte. Figurati i nomi degli attori o dei personaggi.

    • Questa teoria mi piace.
      E poi per questo adoro Google, peccato che non funzioni quando si è faccia a faccia con qualcuno che ti sta parlando di cose che tu dovresti sapere e invece no. Ma si può sempre andare in bagno col telefono ;)

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