Non sono pronta

Posted by on Mar 15, 2015 in Me, myself | 11 comments

Sto studiando informatica.
Informatica è una di quelle materie che ho sempre odiato. Eppure amo smanettare e, se dovessi cadere in coma e dovessero attaccarmi alle macchine, credo che mi attaccherebbero a un computer connesso in rete e io uscirei dal coma tipo subito, come quelli che si risvegliano con le canzoni di Gigi D’Alessio.
Ma odio studiare informatica, perché mi piace praticarla, è un po’ come leggere di viaggi o di cucina, preferisco piuttosto viaggiare e mangiare, ma forse questo paragone non regge, sì, è un paragone veramente stupido, perché adesso ho aperto questo nuovo foglio di testo e ci sto scrivendo del testo che non so dove andrà a finire. Sì, ok, sul blog, ma non so dove andrà a parare, come mi succede spesso, diciamo sempre, e sto pensando al vero motivo per cui l’ho aperto, questo foglio, perché mi stavo annoiando a leggere di file e linguaggi binari, certo, ma anche perché mi è venuta in mente una cosa che volevo dire.

Io non sono pronta. Credo di esserlo sempre, ma non lo sono mai, è tutta apparenza. Non sono mai pronta ad accettare cose che si rompono, persone che non ci sono più, cose che si perdono, io che vado via, cose che cambiano, in meglio, in peggio, non importa, non sono mai pronta. Anche quando sto lì a ripetermi e a ripetere agli altri che, figuriamoci, le cose cambiano, non durano mica all’infinito nello stesso modo, tzè, le cose si trasformano, finiscono, ricominciano, ne iniziano altre e finiscono pure quelle, è la vita, baby, fattene una ragione. Anche quando faccio la donna vissuta, la realtà è che vorrei prendere tempo, tutto quello che posso, forse addirittura bloccarlo un attimo prima che accada qualsiasi cosa che mi destabilizza. Ehi, questa cosa si romperà, allora aspetta, riavvolgo un attimo il nastro e congelo l’istante prima. Lo lascio così mentre io contemplo questa meraviglia che cadrà a terra e si sfascerà in milioni di minuscoli pezzi. La guardo ancora lì, bellissima e intatta, mentre fumo un intero pacchetto di sigarette e bagno fazzoletti di lacrime e rimmel di Kiko da 5 euro e 20.
Poi, dopo un tempo indefinito trascorso a piangere, fumare e mangiare intere scatole di latta di biscotti al burro, potrò lasciare andare tutto, sarò pronta, avrò metabolizzato. Forse.

O forse no. Avrò bisogno di elaborare anche dopo, il tonfo mi farà ripiombare nel mio essere così, sempre impreparata, nonostante sappia già tutto, avrò bisogno di altre sigarette e altri fazzoletti e altre lattine di biscotti.
Non lo sapremo mai, perché non posso congelare nulla, se non i broccoli lessi per farci la pasta, un giorno che mi andrà la pasta coi broccoli e non avrò broccoli freschi.

Quindi posso solo dire con certezza che non sono pronta, mai.
E che ho un’immensa, enorme, spropositata voglia di biscotti al burro.

11 Comments

  1. Bentornata ! :)

    • A volte ritornano ;)
      Grazie!

  2. Beh, perlomeno ti prepari psicologicamente (non solo mangiando biscotti) prima che le cose si rompano…è già qualcosa :)

    • Se fosse possibile ;)

  3. Nell’era del digitale, tu che sei avanti, che sei iper-tecnologica, che studi informatica (e so bene quanti consigli mi hai dato) parli ancora di nastro da riavvolgere. Oggi il nastro al massimo si taglia per una inaugurazione o si beve nel caso della birra. Ogni meraviglia può andare in frantumi ma siamo così bravi da poterla ricostruire persino meglio di prima. E, ti dirò, a volte è anche meglio che sia così.

    • Topper, tu hai sempre le parole giuste.

      • Non ti credo ma è bello pensarlo!

        • Stacce.
          (Come dicono dalle tue parti)

        • Ce sto.

  4. il bello dell’informatica (della sua applicazione pratica, mi riferisco ai programmi) è che se qualcosa si “rompe” ti basta riavviarla e tutto torna come prima (o quasi).

    • Vero. Peccato che non si possano riavviare pure le persone :)

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