Quando nasce un amore

Posted by on Mag 21, 2015 in Me, myself | 10 comments

La guardava attraversare la strada e intanto richiudeva le porte dell’autobus e rimetteva la prima per ripartire e per poco non beccava la Panda davanti. La sua faccia parlava chiaro, sperava di rivederla e magari strapparle un appuntamento. Che poi, ‘sti appuntamenti, io credo di non averne mai avuto uno, ché con le persone ti ci conosci per caso, insieme ad altri amici, poi magari ti ci messaggi, poi decidi di andare a prendere un caffè, ma ci vai senza caricare il momento di troppe aspettative, è solo un caffè, non stai mica andando incontro all’uomo della tua vita. E poi magari sì, ma tu che ne sai, neanche ti fai troppo bella.

Io stavo seduta dietro all’autista, sull’autobus, e con un occhio leggevo e con l’altro guardavo sbocciare l’amore. Sì, mi facevo i cazzi loro, ma anche loro non erano poi così tanto riservati. Lei rideva per qualsiasi cosa, una ragazza con la treccia di lato e le Converse, ha riso pure quando lui le ha dato della trentenne e invece ne aveva 22, di anni. Io a quel punto avrei voluto dargli una sberla. Cazzo, le basi. Però lei rideva, ha fatto un po’ l’offesa, però rideva, quindi ho pensato che fosse già cotta abbastanza per soprassedere a un così madornale errore.

Quando sono salita sull’autobus, io ero sovrappensiero, loro stavano già parlando del più e del meno, di dove sei, dove lavori, che fai. Io pensavo al fatto che sono definitivamente entrata nel mio mood primavera estate, che dura fino ad agosto inoltrato e in cui amo la vita, le persone, le cose, sospiro, mi invaghisco di perfetti sconosciuti, di cagnolini batuffolosi che incontro per strada e di piantine grasse. Qualsiasi cosa accada, io sto su questa spiaggia di cuoricini finissimi e nuoto in questo mare di melassa (e supero brillantemente la prova costume. Sì, è un sogno).

E quindi, sul serio, vedo amore ovunque, anche dove (ancora) non c’è. Ma su quell’autobus c’era eccome, credetemi, ed è sempre bello quando lo vedi nascere sulla faccia di due perfetti sconosciuti, o anche di due amici, come è capitato, a volte. Ti senti testimone di un avvenimento importante, io mi emoziono come se vedessi partire un razzo per Marte. Non lo so, non ho mai visto partire un razzo per Marte, ma penso che sia emozionante, anche se credo che mi emozionino di più i colpi di fulmine.

Ma comunque, quando sono salita su quell’autobus, ero sovrappensiero perché mentre lo aspettavo stavo facendo un bagno nella melassa, pensavo a tutte le persone fantastiche che ho amato in questi anni e che continuo ad amare e alla faccia che ho fatto nell’istante in cui ho capito che le avrei amate (perché c’è sempre un istante preciso in cui capisci che le amerai e io, quegli istanti lì, me li ricordo tutti), pensavo a loro e a quelle che verranno e io ancora non lo so e pure loro ancora non lo sanno.

10 Comments

  1. Tenerissimo e bellissimo…..:-)

    • Grazie, Lucia :)

  2. Letto in un secondo… Mi, maiself endai. Ciao

    • ;)

  3. Che bella fine. Mi piacciono tanto i bei finali, che era bello e delicato tutto, però che bella fine.

    • Grazie. Anche a me piacciono molto i bei finali, perché non finiscono :*

  4. bella la tua melassa

    • Pensavo di aver esagerato.
      Grazie ;)

  5. Io invece sono un nano invidioso e quindi provo una fot…..ma invidia nell’osservare situazioni come quelle che hai descritto :-)
    E poi, sarà per immedesimazione, mi affascinano di più le grandi storie d’amore sofferto, non corrisposto, anelato e non raggiunto (tipo Le Notti Bianche o il Cyrano).

    • Anche a me, ma solo da leggere :)

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