Uno bravo

Posted by on Dic 15, 2015 in Me, myself | 7 comments

È un bel periodo, ma potrebbe esserlo di più. Questo di più che non si capisce bene cosa sia è una maledizione, è la causa di tutte le infelicità, di tutti i turbamenti e i malumori.
Ma questo l’ho già detto in svariate salse ed è vero che mi piace ripetermi, che ho l’animo di quella che crede che tutto il resto dell’umanità soffra di alzheimer, ma anche basta.

Ho fatto un viaggio lungo, la scorsa settimana, un viaggio in cui ho letto ben 15 pagine di un libro che mi è stato regalato con la promessa che avrei dato un parere, dopo averlo letto, e allora lo leggo con piacere, anche se per me leggere 15 pagine in un solo giorno è un record, ultimamente. Sono distratta, attenta solo sul lavoro, il resto lo lascio un po’ al caso, vada come vada. Brucio cose, metto il sale nel caffè, faccio cadere bicchieri, sono ancora viva ma forse è un miracolo.

Durante questo viaggio lungo in cui ho letto ben 15 pagine di libro, dicevo, ho anche pensato che potrei andare da uno bravo, come fanno tanti, che però secondo me non è proprio del tutto bravo quello da cui vanno, però chi sono io per dirlo (non è vero, quello che hanno non funziona, qualcuno dovrebbe dirglielo davvero). Invece io potrei scegliermene davvero uno bravo. Bussare alla sua porta e dirgli forse ho un problema, ma anche senza il forse, diciamo che molto probabilmente ho un problema. E lui mi direbbe mi racconti il suo problema. E io gli direi no, vabbè, partiamo male, diamoci del tu perché sennò mi fai sentire vecchia e poi dovrei risolvere anche questo problema di sentirmi vecchia, perché, vedi, io non mi sento per niente vecchia, anzi, mi sento sempre adolescente, però c’è questa idea comune che a 32 anni sei una donna che dovrebbe avere la testa a posto e invece io proprio la testa a posto no, forse ho anche paura di averla a posto, cosa significa a posto, poi, boh, avere dei figli, fare la lasagna tutte le domeniche, mettere soldi da parte invece di comprare scarpe che non metti mai perché torni a casa e ti accorgi che non ti piacciono più di tanto, ma poi puoi sempre cambiare idea, magari tra qualche anno, quindi le tieni. Insomma, questa testa a posto è una cosa noiosa e non la voglio.

E questo è un problema, magari non sei d’accordo, ma io dico che è un problema. Ecco, questa cosa che io devo sempre aver ragione, è sempre come dico io, anche quando ti faccio credere di no, quando la ragione la do a te, nel profondo credo sempre di aver ragione io, ma ti lascio passare questo tuo azzardo. Forse questo è un problema, ma anche senza il forse, diciamo che molto probabilmente è un problema.

Ma il problema più grande, secondo me, ma anche secondo te, vedrai, quando comincerò a raccontarti, è che io voglio vivere come Steve McQueen. Credo di non aver mai visto un film con Steve McQueen, non so chi sia, so a malapena che faccia abbia, ma mi fido di Vasco Rossi, pure se madonna quanto non lo sopporto, mi piacciono un paio di canzoni vecchissime per il resto niente, preferisco Masini. Oppure in una sitcom, voglio vivere in una sitcom dove succede sempre qualcosa di divertente o drammatico e, se non succede niente, è perché le telecamere sono spente. Nelle giornate in cui non succede niente mi rattristo, ma mi deprimo proprio, credimi, ma forse la vita è così, ci sono giornate in cui non succede niente, dovrei imparare a convivere con questo mio problema delle giornate normali, in cui gli attori vanno a fare la spesa in tuta, col naso che cola e le mani secche e i paparazzi gli scattano foto per dimostrare che anche loro hanno vite normali. Anche se nessuno ci crede, figuriamoci.

Ci sarebbe anche quel piccolissimo problema delle manopole. Che vorrei essere come quelle persone che hanno solo due pulsanti, on e off, sono o tutti accesi o tutti spenti. E invece io ho decine di manopole che manco so a cosa servono, alcune. E il pulsante off, da quando ci ho fatto andare sopra la birra, non funziona più.

Ma meglio non pensarci. Tu che dici.

7 Comments

  1. Mi gira la testa :)

    • Quando parlo troppo faccio questo effetto ;)

  2. È un bel problema. Ti posso dire che non tutti sono “bravi” : uno bravo ti chiederebbe cosa significa avere la testa a posto -per te- e solo ed esclusivavente per te, senza nessun altro riferimento. Steve McQueen è un acronimo, lo sanno tutti. Steve come jobs, Mc come Donald e i Queen, e chi se li dimentica. Per gli interruttori elettronici, pare che il riso funziona: fatti due belle risate. Al dì.

    • Ah, ma l’unica cosa che faccio è ridere. Se non ridessi di me e delle cose che mi stanno attorno, ci vorrebbe la camera imbottita ;)

  3. Io dico che se vuoi, una brava, ma brava brava te la raccomando. Sta a Pesaro e l’ultima cosa che ti chiederebbe è proprio qual’è il problema. Fidati. Il pulsante off mi sa che non l’hai mai avuto o magari l’hai affogato nella candeggina insieme al pesciolino. Tutti gli altri pulsanti potrebbero essere “azzuffunnati” sotto svariati strati di scarpe. Vedrai che all’occorrenza li trovi e ne capisci anche l’utilità. Per il resto, devo ammetterlo, non sempre hai ragione, ma è sempre come se l’avessi ;)
    Post torrentello con cascatelle. Una figata. Tvb.

    • Una mamma che ti consiglia un’analista è tutto dire :D

      • Ah ma leggo e dico: sei figlia d’arte! :^)

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