Ieri sera sono andata a letto pensando che oggi, venerdì, mi sarei svegliata con calma, avrei fatto colazione leggendo le notizie del giorno, avrei pulito casa ascoltando Becoming di Michelle Obama in inglese capendo un terzo di quello che dice, poi avrei preparato il pranzo e anche una torta di mele, perché no. Ho delle mele in frigo ancora perfette nonostante io le abbia comprate a novembre. Date anche a me quello che date a loro, vi prego, perché certe mattine mi sveglio peggio di Lindsay Lohan prima del rehab e non posso nemmeno dare la colpa alla coca.
Tipo oggi.
Il telefono ha squillato alle 9 e stavo ancora a letto a cercare di capire che anno fosse e chi fossi io. Ossa doloranti: tutte. Forse febbre. Forse depre. Forse entrambe le cose insieme. Ho premuto sulla cornetta verde accorgendomi subito dopo di avere ancora il bite in bocca, non sono molto sexy col bite e nemmeno la mia esse lo è, già che la mia voce fa abbastanza schifo anche senza.
Comunque brutte notizie come ormai succede da un po’.
A volte la vita fa così, un po’ la stronza, ti mette i bastoni tra le ruote, si annoia e quindi dice andiamo a rompere il cazzo a questo povero cristo. Un po’ come facevamo noi da bambini che suonavamo i campanelli e scappavamo a nasconderci. Io lo facevo spesso con un paio di amiche di quartiere e la nostra vittima preferita era proprio una signora che mi abitava di fronte (ero molto intelligente già da piccola, eh). Era la nostra preferita perché lei si incazzava da morire e, non solo rispondeva al citofono, ma usciva anche sul balcone urlandoci dietro. Se suonavamo dieci volte, lei dieci volte rispondeva e usciva incazzata (anche lei non proprio una cima). Però era divertente, mi piacerebbe rifarlo ora, se non fosse che ho il fiatone anche quando faccio le scale in discesa.
E quindi la vita, dicevo. Tu un giorno stai lì che guardi fuori e c’è il sole e pensi oh vedi che poi è proprio tutto perfetto, cosa voglio di più dalla vitMAI PENSARLO, NON FATELO MAI PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO. Perché se nella pubblicità vi bevete un amaro Lucano in compagnia e finisce così, nella realtà la vita, che stava appostata dietro l’angolo spiando le vostre mosse, decide di farvela pagare immediatamente, tipo che nemmeno riuscite a finire la frase.
E via di contrattempi, piccoli e grandi incidenti, litigi, rotture di cazzo, nei casi peggiori, quando la vita si annoia davvero tanto e decide di essere davvero stronza con voi, finisce male, anche in tragedia. Quando vi succede qualcosa di brutto fateci caso, sicuramente avete pensato che era tutto perfetto solo qualche momento prima.
Stamattina è andata che non ho letto nessuna notizia, né ho fatto le pulizie ascoltando Michelle, tantomeno ho fatto una torta di mele. È ora di pranzo e non ho preparato niente, finirà che butterò un panetto di seitan in padella, giusto per aggiungere disperazione a disperazione. Ho passato la mattina a smadonnare al telefono che ora è al 2% di batteria e non so se riuscirà a reggere fino alla pubblicazione di questo post, ma (perché c’è sempre un ma), anche se non è proprio tutto perfetto, volevo dire alla vita in ascolto che
Il finale lascia intuire una seconda stagione…
E comunque applausi a te se hai scritto tutto ‘sto popò di roba con il cellulare!
Prima che il telefono esalasse l’ultimo respiro, ho espresso nel titolo tutto quello che volevo dire alla vita :)
Era tutto quello che volevo sentire…
Comunque non è vero che hai una brutta voce. Il problema è che l’ascolti dalla parte sbagliata.
Ok, questa me la rivendo.
Se qualcuno la compra, poi facciamo metà e metà
<3
<3
Dì la verità, in realtà il post l’hai interrotto di proposito perché sai che la vita è una ficcanaso terribile curiosona imbattibile e toh, così almeno per una volta sulle spine ci rimane lei.