Ci sono anni che scorrono senza che succeda nulla di straordinario nella tua vita: non cambi lavoro, non ti fidanzi né ti sposi, non ti laurei, non fai un figlio e non prendi un cane, il treno corre sui suoi binari, è un regionale di quelli nuovi ma va lento fermandosi in tutte le stazioni, passi in mezzo alle case un po’ diroccate come quasi tutte quelle che si trovano affacciate sui binari e hai modo di guardarle bene, di far caso al tavolo di plastica in veranda con al centro un vaso rosso e una pianta grassa mezza morta o alle lenzuola ingrigite stese ad asciugare. Dicono che poi ci fai l’abitudine, allo sferragliare del treno, non sembra che ti passi in mezzo al soggiorno mentre mangi o sotto al letto mentre cerchi di addormentarti, chissà forse diventa un rumore amico e ti manca quando gli stai lontano.
Viaggiare su un regionale può essere davvero noioso, non per me che amo i treni, anche quelli lenti, ma per chi non ha tempo da perdere il viaggio su un regionale può essere una via crucis. Invece i progetti migliori li ho fatti proprio guardando lo scorrere dei campi fuori dal finestrino, ascoltando musica di dubbio gusto.
Dai tempi morti nascono i pensieri più belli.
Ci sono anni in cui il treno si rompe e passi giornate a cercare di capire quale sia il danno e come diavolo si aggiusti, anni in cui il treno deraglia facendo morti e feriti, anni in cui semplicemente il treno si ferma in mezzo al nulla perché è così che deve essere, non è rotto e non è uscito dai binari, è solo fermo.
Anche i treni si stancano.
L’altra sera sono andata in un locale in cui facevano musica dal vivo e, mentre ascoltavo quei musicisti davvero bravi che suonavano musica anni ‘60, ho pensato che mi piacerebbe molto riprendere a cantare, risentire l’adrenalina a palla mentre prendo il microfono con un solo pensiero nella testa: steccherò, non mi ricorderò le parole e moriremo tutti. Stavamo in macchina, qualche giorno fa, e mi hanno detto “ma perché non te ne vai all’estero per qualche mese?” e io ho pensato che in effetti mi piacerebbe molto anche andare all’estero per qualche mese, veder passare altre case e altri panni stesi, parlare una lingua diversa, altre facce, altro tutto. Mi piacerebbe anche imparare a fotografare bene, conoscere le tecniche e giocare con la luce, vorrei fare un corso da sommelier così finalmente potrò scegliere il vino con cognizione di causa piuttosto che con “questo non l’ho mai provato, ma costa tanto quindi sarà buono”. Vorrei anche fare del volontariato attivo (non solo mandare il mio solito bonifico mensile che mi fa sentire una così brava persona) e vorrei infine la pace nel mondo.
Anche i treni si stancano e il mio è fermo, ma fino a quando hai la testa piena di cose, anche di cose che non succederanno mai, i tempi non sono morti.
Il mio treno è bellissimo, pittoresco, persino un tantino barocco qua e là; ma stride sui binari e ad ogni stazione tocca sostare e dare olio. ‘Na piaga.
Il problema è che secondo me a volte ti senti ferma anche se obbiettivamente non lo sei. Cioè ho fatto una bambina e mi sento ferma. Facciamo uscire libri bellissimi e mi sento ferma. Ho iniziato nuove collaborazioni e mi sento ferma. Che problema ho?
(Sì, torna a cantare! Approvo!)
Distorsione della realtà 😅
A parte gli scherzi, magari è solo che vai più piano di quanto vorresti/potresti, a me non sembri ferma per niente.
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