Non ho paura di dirlo, non ho paura di pensarlo, non ho paura di andare incontro alle persone, alle cose che ti legano per sempre. E anzi, forse vivo per questo, per provare cose che ti restano addosso a vita, che ti entrano sottopelle e nel sangue.
I tatuaggi, quelli grossi e pieni, che non puoi più coprire se non con colate di inchiostro nero, fitto, ma neanche quello basta perché tanto lo sai sotto quel nero cosa c’è, ci sono i colori, i disegni, le linee di quello di prima, magari fatto da mani inesperte, magari c’è un disegno che non ti rappresenta più, ma hai voglia a coprire, cosa copri, puoi nasconderlo giusto agli occhi degli altri.
Il matrimonio, dire finché morte non ci separi davanti a cento, duecento, trecento persone (benedetti terroni). Perché l’amore può finire, si può divorziare, ci si separa ma in tutta la vita conteranno solo quelli che ti hanno fatto pensare, almeno una volta, che sarà per sempre, che sarà fino alla morte.
Tutto il resto, fare il morto a galla nelle acque tiepidine, lo lascio agli altri, a me non interessa.
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Ciao, sono io
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Io ammiro questo tuo spirito. Io non mi sono mai tatuata nulla proprio per questo, sono incostante, posso cambiare idea. Il per sempre mi spaventa, voglio lasciarmi sempre uno spiraglio di uscita, di possibilità di ricrearmi, di ricominciare qualcos’altro. A voi, così decisi, vi invidio. :)
Che poi, più che invidiare, è una visione semplicemente differente. Non è tanto invidia, quanto stima, ecco. Mi correggo.